Lesbiche picchiate a Londra, la fotodenuncia dell'aggressione omofoba fa il giro del mondo

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Prima la violenza verbale, l'incitazione a esibirsi in un bacio, a simulare il sesso, lo scherno. Poi la violenza fisica: pugni in faccia, senza pietà. Due ragazze aggredite su un autobus notturno a Londra sono state prese di mira da almeno quattro energumeni perché erano state viste scambiarsi un bacio. Un attacco omofobo che ha fatto rapidamente il giro del mondo, suscitando un'ondata di sdegno globale, grazie anche al coraggio e alla presenza di spirito di Melania e Chris che, oltre a denunciare l'aggressione, si sono fatte scattare una foto col telefonino, ancora sedute sul bus, entrambe con il naso rotto, il sangue che cola sui vestiti. 



Accanto a una Chris sconvolta e in lacrime e con il viso tumefatto e pieno di sangue, la 28enne assistente di volo uruguayana di Ryanair Melania Geymonat, guarda diritto nell'obiettivo, la camicia bianca piena di sangue, lo sguardo indignato e deciso. Nel giro di poche ore Scotland Yard ha annunciato di aver fermato alcune persone, sulla base della descrizione e delle immagini delle telecamere a circuito interno. L'aggressione è avvenuta a notte fonda, il 30 maggio: Melania e Chris stavano tornando a casa a Camden ed erano nella prima fila di sedili, quella panoramica, al piano di sopra di un autobus a due piani, il classico double decker londinese.

«Forse ci siamo baciate o qualcosa del genere, perché questi ci sono venuti contro. Non ricordo se fossero già lì o se siano saliti dopo di noi», ha raccontata Geymonat, citata dall'Independent. I teppisti hanno iniziato a intimidirle e a schernirle: «Ci hanno circondate - racconta Geymonat - hanno iniziato a dire frasi veramente aggressive, a parlare di posizioni sessuali e ci hanno ordinato di baciarci mentre loro stavano a guardare». «Per sdrammatizzare - ha aggiunto - ho fatto delle battute», mentre Chris «fingeva di star male». «Ma loro hanno cominciato a tirare monetine. Un attimo dopo hanno iniziato a darle dei pugni in faccia. Io ho provato a tirarla via, e hanno iniziato a colpire anche me».

«Alla vista del mio sangue sono svenuta e caduta all'indietro», racconta ancora la donna, mentre i quattro sono fuggiti giù dalle scale e fuori dall'autobus dopo aver rubato loro una borsa e un telefonino. «Sono stufa di essere vista come oggetto sessuale. Queste situazioni sono abituali per i miei amici gay che vengono pestati per la loro sessualità. Dobbiamo sopportare gli attacchi verbali e la violenza maschilista, misogina e omofoba, perché quando ti batti per difendere quello che sei, ti becchi questa merda!», ha sbottato la donna uruguayana. Laura Russell, leader del movimento Stonewall (dal nome del gay bar di New York attaccato dalla polizia nel 1969), ha detto che l'episodio dimostra «quanto ancora ci sia da fare per i diritti della comunità Lgbt+».

Anche i vertici politici del Paese hanno preso posizione: «Nessuno dovrebbe dover nascondere chi è veramente o chi ama e dobbiamo lavorare insieme per sradicare l'inaccettabile violenza contro la comunità Lgbt», ha detto la premier dimissionaria, Theresa May.
Il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, ha parlato di episodio «assolutamente scioccante», mentre il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan, di aggressione «disgustosa e misogina».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Giugno 2019, 23:44
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