Fondi Ue, attacco frontale all'Italia. E Merkel cerca la mediazione

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di Marco Conti
Strada in salita, posizioni distanti, ma c'è voglia di chiudere senza convocare un nuovo Consiglio europeo per la prossima settimana. Per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, uno dei motivi di preoccupazione che c'era alla vigilia, si dissolve con il primo giro di tavolo. Nel nuovo palazzo Europa, che ospita i lavori del Consiglio, i Ventisette hanno iniziato ribadendo ognuno le proprie posizioni. E così Conte ha avuto occasione per tornare ad attaccare l'olandese Mark Rutte che vorrebbe affidare al consiglio dell'Unione (ministri dell'economia o delle politiche comunitarie), il compito di autorizzare i piani di riforma per l'accesso al Recovery Fund. Non più quindi la Commissione Ue, ma un organo politico che, peraltro, dovrebbe decidere all'unanimità. 

Vertice Ue, scontro Conte-Rutte su recovery fund. Presentata nuova proposta
Vertice UE in salita: battaglia su tagli a Bilancio e Recovery Fund


Sette ore di riunione, la cena e poi un altro giro di tavolo per poi tornare, dopo un nulla di fatto, nei rispettivi alberghi sia pure dopo un'ulteriore ora di colloquio tra il premier Giuseppe Conte, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron. La conversazione, al bar dell'hotel di Bruxelles che ospita i tre leader. Conte e Merkel sono stati raggiunti da Macron, che si è fermato a lungo a parlare con loro.




«Abbiamo da lavorare perché le divergenze ancora ci sono», spiega il premier prima di salire nella sua stanza di albergo. «Il nuovo piano di Michel non va, ho presentato mia proposta» perchè «non accetteremo che si alteri l’equilibrio tra istituzioni europee». «Noi difendiamo la proposta della Commissione e le sue prerogative». E la proposta italiana prevede un successivo e possibile coinvolgimento del Consiglio nella valutazione delle riforme che dovrebbero permettere l’accesso ai fondi. «Adeguatezza, proporzionalità, effettività», sono i tre pilastri che, secondo il premier, dovrebbe avere il recovery. «Se si mettono troppi ostacoli, non servono a nessuno», osserva, aggiungendo anche che «il “no” dell’Olanda non è incrollabile e che comunque la loro proposte di unanimità «non esiste».

LA TRAPPOLA
Si riprende, quindi, alle undici di questa mattina e il principale oggetto del contendere è l’unanimità che chiedono gli olandesi per dare il via libera ai finanziamenti. Per l’Italia e i paesi mediterranei (Francia, Spagna, Portogallo e Grecia) si tratta di una procedura lenta che riserverebbe il diritto di veto a ciascuno dei Ventisette. «La tua proposta sulla governance del Recovery Fund è impraticabile», ha attaccato subito Conte. Una linea che il presidente del Consiglio nella riunione plenaria articola con riferimenti ai trattati e che però Rutte continua a sostenere senza neppure l’appoggio degli altri paesi “frugali” che invece insistono sul taglio dei 750 miliardi. «Impraticabile? Non la beviamo», replicano gli olandesi che poi sfidano gli italiani ad essere «creativi». Alle prese con l’imminente e difficile campagna elettorale, insidiato dal super sovranista Wilders, Rutte non sembra però voler cedere e impedisce l’intesa.
Il salto che si accinge a fare l’Unione con il Recovery è complicato, ma storico. Sino a qualche mese fa soltanto ipotizzare la nascita di un debito pubblico europeo sembrava fantascienza. Per Conte si tratta di rientrare in Patria con un accordo che non solo permetta di poter utilizzare a breve le risorse, ma che non preveda condizionalità peggiori del tanto vituperato Mes. All’Italia, e non solo, servono risorse nel più breve tempo possibile. In autunno si prevede un’altra forte ondata di disoccupati e la chiusura di migliaia di aziende. Nelle prime sette ore di riunione plenaria, Conte si ritrova in linea con lo spagnolo Sanchez, il portoghese Costa e il francese Macron. I due nodi sul tavolo, bilancio pluriennale e Recovery Fund, si intrecciano. 

Dopo la plenaria, una serie di bilaterali e un incontro a quattro, Merkel, Macron, Michel e von der Leyen, che serve a preparare una nuova proposta nella plenaria che riprende dopo cena e si chiude alle 23.

Conte e lo spagnolo Sanchez provano a difendere la proposta delle presidente della Commissione. La Merkel ha però già fatto propria la proposta dei “frugali” del voto al consiglio Ue - a maggioranza - che piace anche alla Cdu. La trincea italiana è evitare che il meccanismo venga irrigidito ulteriormente, dando ai singoli Paesi un sostanziale potere di veto. L’Italia non accetta nemmeno che sia il Consiglio Ue a dover valutare i progetti se uno Stato ne fa richiesta.

 





 
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Luglio 2020, 10:29
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