F16, l'Ucraina vuole 60 caccia. I documenti Usaf: «Così abbiamo addestrato i top gun di Kiev (voti altissimi)»

Otto i paesi europei (non c'è l'Italia) che hanno ancora in linea i velivoli Usa

F16, Kiev vuole 60 caccia I documenti Usaf: «Così abbiamo addestrato i top gun ucraini (voti altissimi)»

di Paolo Ricci Bitti

«Sopra la media per le manovre di atterraggio», «sopra la media per i voli a bassa quota», «sopra la media per le manovre di attacco». Ecco i voti, alti e recentissimi, incassati da piloti ucraini che si addestrano in Usa per "passare" sugli F16 che saranno donati dai paesi europei: «Above average» (sopra la media) per un capitano ucraino abituato a pilotare Su-27 e per un maggiore che finora ha constrastato i velivoli russi ai comandi di Mig-29. La "pagella" dei due, che potrebbero avere soprannomi in lingua inglese  già noti, è stata compilata il 22 marzo 2023, ma nel memorandum dell'Usaf si spiega che il periodo di addestramento in Arizona doveva essere effettuato già nel dicembre 2022.

F16, generale Tricarico: «Devono colpire la Russia e andare a caccia di singoli mezzi o installazioni militari»

 

F-16, il memorandum Usaf

Riassumendo: i piloti ucraini, assai quotati fin dai tempi dell'Unione sovietica ed espressione di un comparto aerospaziale tutt'ora all'avanguardia, potrebbero effettuare "lo switch" (passaggio) in quattro mesi, un periodo ultraristretto che serve anche ad allestire di corsa la catena logistica (manutenzione, armamenti). I primi F-16 che dovrebbero essere rischierati in Ucraina potrebbero essere  quelli della Polonia e ne hanno in linea anche  Belgio, Danimarca, Grecia, Romania, Olanda (quello arancione nella foto in alto ha la livrea "Demo", dimostrativa usata in particolare negli air show), Portogallo e Turchia. Ne hanno avuti anche l'Italia e la Norvegia, ma per un periodo limitato: l'Italia ne noleggiò 34 dal 2003 al 2012 per tamponare i ritardi nell'arrivo degli Eurofighter ma quello è un capitolo chiuso e non si vede come il nostro paese potrebbe essere coinvolto, per di più in tempi rapidi, nell'addestramento dei piloti ucraini nella transizione su questo caccia.

Del resto, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, gli addestramenti congiunti fra i piloti ucraini e piloti americani fin dal 1993 sono stati assai frequenti soprattutto nei cieli europei. E non sono mancate trasferte dei top gun ucraini in Usa. Con questi addestramenti congiunti, con questi voli in formazione ad esempio tra F-15 Eagle e Su-27 Flanker,  l'Usaf ha poteva studiare da vicino "macchine" e strategie di fatto identiche a quelle dall'aeronautica militare russa. E fin da allora i piloti ucraini hanno guadagnato un grande rispetto dagli americani, figuriamoci adesso che combattono per difendere la loro terra con lo spirito che ricorda quello dei polacchi che si arruolarono nella Raf, a corto di piloti, per combattere i nazisti. Sono piloti, gli ucraini, che volano radente con i loro bisonici anche a 15 metri di quota  mentre gli americani non vanno mai sotto i 35.

F-15 americani in formazione con Su-27 ucraini nel 2018
 

I top gun ucraini

I piloti ucraini mandati anche in questi giorni negli States sono certo scelti fra i più abili, ma non è stata una novità per gli americani constatare la loro alta capacità di apprendimento che comprende anche l'uso di una lingua e di una terminologia per molti versanti diversa.

L'inglese i piloti ucraini, in media, lo sanno, ma un conto è passare dal cirillico all'inglese e viceversa anche quando si tratta di manuali spessi come elenchi del telefono, strumentazioni e parametri tecnici. Inoltre non basta portare in volo il caccia, bisogna saperlo sfruttare, se si vuole davvero contrastare i russi, come e meglio dei Mig e dei Sukhoi e lo stesso vale per le strumentazioni relative agli armamenti: missili aria-aria, missili aria-terra, mezzi per la guerra elettronica, radar, comunicazioni. E anche passare da caccia bimotori bisonici a un caccia monomotore (ugualmente bisonico) non è banale: bisogna proprio ragionare in maniera diversa se sai di potere contare su un motore solo oppure su due.

I piloti ucraini saranno costretti a uno sforzo ingente, ma sono in grado di farlo: l'F16, per di più, è stato il primo caccia che non si pilota con la cloche tradizionale fra le gambe, ma con un joystick (sì, come quello della playstation) installato a destra nell'abitacolo. Bisogna sviluppare insomma una sensibilità differente da quella appresa da "ragazzi" nelle scuole di volo. E poi ci sono concezioni di volo in formazione che sono proprio differenti fra blocco occidentale ed ex blocco sovietico e infatti la media dei piloti ucraini si abbassa, com'è logico che sia, quando si tratta di volare insieme ad altri velivoli seguendo gli standard della Nato.

Il memorandum Usaf

Il memorandum leggibile sopra e sotto (vedi profilo Facebook del pilota Giulio Bernacchia) è relativo a test effettuati in simulatori ad alta tecnologia (realtà virtuale) e le date dei documenti lasciano capire la differenza fra la realtà e le schermaglie della politica, della partita a scacchi giocata dalla Nato con la Russia. Gli Usa, che di General Dynamics F-16 Fighting Falcon ne hanno fabbricati oltre 4.600 esemplari vendendoli a mezzo mondo in oltre dieci versioni, non doneranno i velivoli, ma lo lasciare fare agli alleati europei mentre comunque contribuiscono insieme agli alleati alla fase più importante dell'operazione: formare i piloti ucraini che riceveranno, spera Kiev, almeno 60 caccia. Si possono calcolare almeno 3 piloti necessari per sfruttare al massimo ogni caccia e almeno 300 tecnici addetti alla manutezione che ugualmente devranno essere formati. 

I test

I test sono stati effettuati al simulatore escludendo funzioni che gli americani tengono segrete: si puntava a capire in tempi rapidi qual era la competenza professionale degli ucraini rispetto all'uso degli F-16. I risultati hanno evidenziato che gli ucraini (nonostate la brevità dei briefing pretest) hanno avuto prestazioni superiori alle media dei piloti dell'Usaf . Insomma, piloti che sanno il fatto loro anche se naturalmente restano "capitoli" delle strategie e dell'uso della "macchina" che dovranno apprendere quasi da zero.

Con ogni probabilità i test di queste settimane in Usa sono stati fatti per verificare se il passaggio sugli F16 fosse davvero concretizzabile in tempi così estremamente ridotti (un terzo del periodo standard). La risposta è stata positiva.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Maggio 2023, 12:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA