“Diego, Napoli è qui”. Una famiglia italiana: «Abbiamo portato a Maradona il panorama unico della nostra città»

“Diego, Napoli è qui”. Una famiglia italiana: «Abbiamo portato a Maradona il panorama unico della nostra città»

di Raffaella Troili

«Ho urlato: “Diego, Napoli è qui!”». Quattro cuori napoletani a casa di Maradona. Quando si dice trovarsi al posto giusto (per modo di dire) al momento giusto. Anna e Gianluca, due napoletani doc, già trapiantati a Roma e trasferitisi da poco nel cuore di Buenos Aires per conto di una società italiana per qualche anno, si sono ritrovati a piangere Diego Armando Maradona nella “sua” casa. «Ovviamente per noi Napoletani che abbiamo vissuto a Napoli con Diego in epoca adolescenziale .- spiega Anna Schiattarella - è stato davvero come trovarsi nel posto giusto al momento giusto, momento tragico... Prima di andare a salutare Maradona abbiamo fatto una stampa del panorama di Napoli e del San Paolo e mio figlio Mario ha scritto sopra: “Napoli e il San Paolo ti piangono”. Era a nome di tutte le persone che non potevano essere qui". E si sono incamminati, Anna, i figli Gaia e Mario, il marito Gianluca Palumbo.  Un mazzo di fiori e il panorama della loro città. «Ci ha regalato tanti momenti di gioia, lo abbiamo fatto veramente a nome di tanti». 

 

«Abbiamo avuto la fortuna di poter entrare lateralmente nella Casa Rosada, dove era allestita la camera ardente.

Una signora davanti a noi ha visto Mario che piangeva con la maglietta del Napoli, io ho urlato: “ Diego, Napoli è qui!” e lei si è girata e ci ha detto: “è un onore avervi qui. Piangi per Diego, lui se lo merita. Dall'altra parte c'erano Claudia e le figlie». Fino all'ultimo vicini al campione tanto amato. «La sensazione più forte che ho avuto è stata la vicinanza con la mia città pur essendo dall'altra parte del mondo. Ed allo stesso modo, stare qui e non sentirsi uno straniero».

Naturalmente all'uscita un bambino di 11 anni in lacrime non è passato inosservato. «Ci hanno avvicinato vari giornalisti argentini interessati soprattutto a chiedere a Mario come mai piangesse per Maradona, lui che, vista l'età, non aveva avuto il tempo di vederlo giocare e viverlo». E lui ha risposto loro: «Mio padre mi ha trasmesso questo amore... forse se non era per Maradona non avrei amato il calcio perché a me piace nuotare». Tutta la città si è fermata, come Anna e Gianluca hanno documentato con le loro foto. Una giornata di sole, con tante facce tristi, a lutto, tra fuochi d'artificio, bandiere e pianti.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Novembre 2020, 19:29
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