Coronavirus in Regno Unito, Johnson ordina il lockdown: 335 morti nel paese

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Basta esitazioni, basta sfumature, basta sperimentazioni. In Gran Bretegna da stasera negozi chiusi e tutti in casa: Boris Johnson si allinea alla via italiana nella battaglia contro il coronavirus e impone all'intero Regno Unito misure restrittive come quelle che la Penisola aveva adottato un paio di settimane fa, per far fronte a un numero di contagi e di morti che continua a crescere pericolosamente anche oltremanica. La stretta - attesa da alcuni giorni dopo il contestato attendismo iniziale del governo Tory ispirato alla speranza di una diffusione più diluita dell'epidemia sull'isola o a teorie controverse come quella sulla cosiddetta «immunità di gregge» - è arrivata dopo una riunione prolungata del comitato Cobra a Downing Street. Annunciata dal primo ministro in tono nuovo, più severo e categorico, dagli schermi della televisione in prima serata. «Il coronavirus è la più grande minaccia che incombe sul nostro Paese da decenni, e il nostro Paese non è solo: il mondo intero è devastato dall'impatto di questo killer silenzioso», ha esordito Johnson. Un nemico da affrontare attraverso «un enorme sforzo nazionale» collettivo, ha avvertito sullo sfondo di dati che oggi stesso hanno portato nel Regno a 6.650 il totale dei contagi diagnosticati, ben 967 più di ieri, e a 335 i morti. Un'ondata da frenare, pena essere travolti da picchi che «nessun sistema sanitario potrebbe affrontare», incluso l'Nhs britannico, con numeri sufficienti «di ventilatori, posti letto di terapia intensiva, medici e infermieri».

Di qui la direttiva secca: «Dovete stare a casa». Le raccomandazioni fatte negli ultimi giorni sono state seguite da tante persone, che BoJo ha ringraziato, ma ignorate da altre. Ora «occorre fare di più». Ecco quindi l'esigenza di un lockdown esteso e obbligatorio, imposto per ora «per 3 settimane» con verifiche successive, che la polizia avrà il potere di far rispettare con multe e ordinanze, ha puntualizzato il capo del governo: forte anche dell'approvazione serale in prima istanza alla Camera dei Comuni d'una draconiana legge emergenziale di 321 pagine di durata biennale - con riesame in Parlamento ogni sei mesi - destinata ad assicurare poteri senza precedenti all'esecutivo in tempo di pace, alle forze dell'ordine ed eventualmente ai militari, già preallertati in futuri compiti di supporto se necessari.


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In sostanza da stasera alla chiusura di pub, ristoranti, club e istituzioni culturali si aggiunge quella di tutti i negozi salvo farmacie, alimentari, stazioni di servizio, esercizi di generi essenziali uffici postali, banche ed edicole. E sono vietati le riunioni all'aperto di più di due persone. Quanto ai parchi, cari ai britannici, sarà possibile andarci, ma non in gruppo e bisognerà osservare la distanza minima di due metri da qualunque altra persone con la possibile chiusura di aree gioco e altri settori di ritrovo. Sospesi inoltre gli eventi sociali, inclusi battesimi e matrimoni, ma esclusi i funerali, e sbarrati i luoghi di culto. Per il piccolo business s'attende ora l'allargamento degli aiuti miliardari di Stato già promessi a livello economico ai lavoratori dipendenti costretti a casa dalla pandemia. Il messaggio vero è però tutto concentrato sulla salute e sul comportamento della gente.

Le uniche eccezioni alla disposizione di non uscire di casa si contano da adesso sulle dita di una mano, ha enumerato Johnson: per fare la spesa «il minimo di volte indispensabile»; per fare esercizio «non più di una volta al giorno» e da soli o con animali domestici; per comprare farmaci o assistere persone anziane o malate; per andare e tornare dal lavoro «solo se strettamente necessario». Intanto il Foreign Office ha sollecitato i sudditi di Sua Maestà rimasti all'estero a rimpatriare hic et nunc. «Finché ancora potete», li ha ammoniti il ministro degli Esteri, Dominic Raab, appena confermato nella veste di vicepremier vicario di fatto, laddove Boris Johnson dovesse essere contagiato e soggetto a impedimento. Perché ormai, con la regina e il principe Carlo in isolamento precauzionale a Windsor e in Scozia, è anche a questo che si deve pensare. ​
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Marzo 2020, 08:02
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