Coronavirus, il governo britannico in mano a ministro Esteri. Downing Street: «Se anche lui inabile, la guida passa a Sunak»

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Boris Johnson in terapia intensiva, il ministro Gove in isolamento. A sostituire il premier è il ministro degli Esteri Dominc Raab. Ma se anche lui dovesse trovarsi nella situazione di non potere assolvere al suo incarico di premier supplente, la guida del governo passerebbe al cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak. Lo ha chiarito un portavoce di Downing Street. La catena di comando britannica prevede che alle spalle di Sunak via sia poi il ministro del'Interno Priti Patel.

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Lo scontro. Le prime avvisaglie dello scontro potenziale si erano avute subito dopo l'annuncio fatto da Boris Johnson di essere positivo al Covid-19. Sulla stampa erano trapelate voci che, nonostante la prassi costituzionale, in caso di grave impedimento del premier, il timone di Downing Street sarebbe passato nelle mani di Michael Gove, minister for the Cabinet Office, l'equivalente del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in Italia, e non in quelle di Dominic Raab, ministro degli Esteri e automaticamente first secretary of State. Poi, poco dopo, il chiarimento, sempre attraverso indiscrezioni di stampa: in caso di impedimento di Johnson, il supplente sarebbe stato Raab. Del resto, la conferma si è avuta lunedì sera, dopo che il premier è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva del St Thomas Hospital di Londra, per un peggioramento delle sue condizioni. Il fatto che nei giorni precedenti sia stata messa in discussione la prassi costituzionale, per tentare di fare avanzare il ruolo di Gove, è indicativo del clima politico che, in piena emergenza coronavirus, si respira all'interno di Downing Street. Poco prima che si diffondesse la notizia che lo stesso Gove si è messo in autoisolamento, dopo che un membro della sua famiglia ha mostrato i sintomi del Covid-19, il minister for the Cabinet Office aveva condotto un giro di interviste per aggiornare i britannici sulle condizioni di Johnson.

 



Chi comanda? Uno dei passaggi più citati è stata la sua precisazione alla domanda, chi comanda ora? «Il primo ministro rimane sempre il primo ministro», la risposta di Gove, mentre sulla stampa già ci si interrogava se Raab, al quale è stata assegnata la supplenza con la formula «laddove necessario», come da nota ufficiale di Downing Street, avesse il potere di assegnare incarichi ministeriali o modificare la compagine governativa.
Altra precisazione di Gove, quella relativa al fatto che il premier «non è sotto ventilatore» polmonare e quindi rimane cosciente. Questi scambi a distanza tra Gove e Raab, mentre anche Dominic Cummings, il principale consigliere politico e spin doctor di Johnson è in autoisolamento a causa del virus, possono essere frutto semplicemente della confusione del momento, oppure una conferma che la politica, anche nei momenti più drammatici, non si ferma. Gove, principale alleato di Johnson nella vittoriosa campagna referendaria per la Brexit, voltò le spalle all'ex sindaco di Londra nella battaglia per la conquista della leadership dei Tories, dopo le dimissioni di David Cameron. Il tradimentò di Gove, che presentò a sorpresa una sua candidatura invece di sostenere, come concordato, quella di Johnson, spianò la strada a Theresa May.

 
 



Raab. La frattura tra i due si è poi ricomposta con l'arrivo di Johnson alla guida dei Conservatori e l'ingresso a Downing Street. A Gove Johnson ha affidato uno degli incarichi più importanti nel governo e la guida dei negoziati con Bruxelles per definire il nuovo accordo commerciale tra Regno Unito e Ue dopo la Brexit. Se il passato tradimentò di Gove è stato «perdonato ma non dimenticato», con una formula cara ai britannici, l'entourage di Johnson non ha motivi per dubitare della lealtà di Raab. Figlio di un rifugiato dalla Cecoslovacchia che sfuggì ai nazisti nel 1938, 46 anni, studi sia a Oxford che a Cambridge, Raab è stato dalla prima ora un sostenitore dell'uscita del Regno Unito dalla Ue. Durante il governo di Theresa May ha anche ricoperto la carica di ministro per la Brexit, salvo dimettersi in polemica con l'accordo che era stato stipulato dalla premier con Bruxelles, a suo giudizio troppo penalizzante per Londra. Anche se Johnson e Raab si sono scontrati lo scorso anno durante la campagna per la leadership dei Tories, tra i due non ci sono ferite più o meno sanate, come nel caso di Gove. Appare quindi naturale, al di là delle indiscrezioni fatte trapelare ad arte subito dopo l'autoisolamento di Johnson, che per il premier la scelta di Raab come supplente sia stata la più naturale. Spetta a lui ora presiedere il 'gabinetto di guerrà durante l'emergenza coronavirus. E comunque, per il momento, ci ha pensato il Covid-19 a chiarire eventuali contrasti tra Raab e Gove, dopo che anche quest'ultimo è stato costretto all'autoisolamento. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Marzo 2023, 23:41
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