Brexit, l'asso azzurro del rugby Andrea Masi placcato dal test: «Impossibile superarlo» Campioni inglesi sono con lui Provate anche voi

Brexit, l'asso del rugby Masi placcato dal test: «Impossibile superarlo» Campioni inglesi con lui Provate anche voi

di Paolo Ricci Bitti
Un asso azzurro del rugby come Andrea Masi placcato dalla Brexit: ha fallito il test che permette di rinnovare il permesso di soggiorno in Inghilterra dove abita e lavora (e prima giocava) da 8 anni insieme alla moglie Consuelo e alla loro bimba e ora è scattata una campagna di sostegno senza precedenti da parte di campioni dello sport per sostenerlo. Il messaggio della pioggia di tweet è sempre lo stesso: "Come può Andrea superare questi test se nemmeno noi inglesi ne siamo capaci?". Tra questi il campione del mondo del 2003, James Haskell: "Bocciato anche io, queste domande sono assurde". L'ex estremo della nazionale punta ad avere il passaporto del Regno unito perché si trova lì per lavoro da oltre 5 anni: se si allontanasse dall'Inghilterra per un determinato periodo potrebbe perdere ogni diritto acquisito per sé e per la sua famiglia.

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Masi, 38 anni, ora dirigente dell'accademia delle Vespe (Wasps) di Londra (stadio a Coventry, però) per le quali ha giocato nella serie A inglese negli ultimi anni della carriera costellata dalla partecipazione a quattro coppe del mondo, ha espresso in un tweet il suo disappunto dopo aver sbagliato 8 delle 24 domande del test. "Sono tutte date" si è lamentato. "Non so quanti inglesi riuscirebbero a superare questo test", ha aggiunto. Pochi, pare di capire dalla campagna di solidarietà con l'azzurro che si è scatenata.

Ora non è che domani il trequarti azzurro, 95 caps (presenze in nazionale) da quando aveva 18 anni (il secondo più giovane debuttante del dopoguerra) dovrà lasciare l'Inghilterra, perché fino al 31 dicembre nulla cambierà dopo che dal 1° febbraio la Brexit è scattata definitivamente. Potrà ripetere il test (50 sterline alla volta, a distanza di una settimana, un bel business) fino a quando lo passerà, ma prima o poi dovrà prendere la sufficienza se vuole restare con tutti diritti che nel frattempo ha maturato. La storia di Masi, aquilano, maturità scientifica, primo e unico italiano a essere eletto miglior giocatore del Sei Nazioni nel 2011, ha fatto emergere queste prime difficoltà per chi vuole restare al di là della Manica anche dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea.

Fra l'altro questo test non l'unico da superare. La storia di Masi ha spinto anche chi non appartiene al mondo dello sport a cimentarsi con il test e in tanti hanno lamentato domande malposte o persino sbagliate.


Masi, va ricordato, parla e scrive in inglese e in francese (ha giocato anche a Biarritz e a Parigi) ed è un ottimo narratore: le sue analisi tecniche sono puntuali, ben costruite, chiare, delle piccole tesi su un gioco primordiale e complicato come il rugby che pure è nato in un college con funzioni educative. Andrea, 13 mete in azzurro e la stima di 6 ct dell'Italia, è anche un ottimo insegnante, come hanno riconosciuto all'accademia delle Wasps attribuendogli ruoli dirigenziali.

 


 
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Chi é Andrea Masi

Aquilano, classe 1981, ha esordito in Nazionale appena diciottenne, più giovane internazionale italiano del secondo dopoguerra.

Con la Nazionale Italiana Rugby ha preso parte a quattro edizioni della Rugby World Cup e dodici edizioni dell’RBS 6 Nazioni, collezionando in totale 95 caps (45 nel 6 Nazioni) e realizzando 13 mete.

Ha ricoperto, in azzurro, tutti i ruoli della linea dei trequarti, dall’apertura all’estremo.

Nel 2011, unico italiano nella storia, è stato eletto MVP del Torneo 6 Nazioni.

Cresciuto nell'Aquila Rugby, ha giocato nel Rugby Viadana, nel Biarritz, nel Racing Metro, negli Aironi e negli Wasps, uno dei pochi italiani a prendere parte a tutti i principali campionati continentali di prima fascia. 

E’ sposato con Consuelo e padre di una bambina. Vive a Londra. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Febbraio 2020, 20:31
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