Azovstal, che fine faranno i combattenti? Dai processi farsa alla condanna a morte, tutte le ipotesi

La loro resistenza ha tenuto il mondo con il fiato sospeso. Ma dopo l'evacuazione del 16 maggio il destino dei combattenti ucraini nell'acciaieria è ancora incerto

Che fine faranno i combattenti Azov? Processi farsa, condanna a morte o "strano incidente": le ipotesi

Finalmente fuori dall'acciaieria, ma non ancora liberi. Dopo 82 giorni di resistenza nei sotterranei dell'acciaieria Azovstal a Mariupol ora il destino degli oltre 260 soldati evacuati è appeso a un filo. Se in un primo momento infatti le autorità ucraine avevano parlato di un accordo per uno scambio di prigionieri, ora quest'opzione non appare più come l'unica possibile e forse neanche come la più probabile. I militari si trovano infatti nel territorio controllato dai russi e tra e autorità di Mosca c'è già chi li indica come "criminali di guerra", che non possono essere "scambiati" con altri semplici prigionieri ma vanno processati da un tribunale marziale.  Alla tv russa un soldato coinvolto nelle operazioni di evacuazione ha invece lasciato intendere un'altra oscura possibilità: «gli incidenti accadono... si è sparato da solo». Dall'altra parte, Zelensky continua ad affermare che farà "tutto il possibile" per salvare la vita a quelli che definisce gli "eroi di Azovstal". Intanto nell'acciaieria si continua a combattere: un numero imprecisato di soldati si trova ancora all'interno dei sotterranei. 

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L'evacuazione 

Il 16 maggio circa 260 uomini si sono consegnati ai russi e sono stati evacuati a bordo di autobus. 53 soldati feriti sono stati portati all'ospedale di Novoazovsk, altri 211 combattenti a Olenivka. Se per i russi questa è una vittoria e Mariupol rappresenta la città più grande ad oggi conquistata da Putin, Kiev si è rifiutata di definirla una "resa" affermando che i soldati hanno "compiuto la loro missione". Lo stato maggiore ucriano ha elogiato l'eroismo dei combattenti e sottolineato che la resistenza di Azovstal è stata fondamentale per tenere impegnate le forze russe, impedendo la cattura di Zaporizhzhia e consentendo la riorganizzazione della difesa ucraina. 

Il destino dei soldati: processi farsa e condanna a morte 

Secondo fonti ucraine, al momento dell'evacuazione si era parlato di un accordo raggiunto tra Kiev e Mosca, e di un possibile scambio di prigionieri ma i dettagli non sono ancora chiari e non sono stati resi pubblici. Un'ipotesi possibile è che i combattenti vengano coinvolti in processi farsa, utilizzati a scopi di propaganda e infine condannati a morte. Un'opzione che non può essere esclusa, anche perchè alcuni dei prigionieri sono membri del Battaglione Azov, accusato dai russi di aver commesso crimini di guerra nell'est dell'Ucraina a partire dal 2014.

A sostegno di quest'ipotesi, il fatto che l'agenzia di stampa russa Tass ha riportato che i soldati sono stati interrogati nell'ambito dell'inchiesta russa sui "crimini di guerra del regime ucraino". Anche Denis Pushilin, leader separatista del Donetsk, ha escluso l'ipotesi dello scambio di prigionieri, dicendo che sono considerati criminali di guerra e che sarà un tribuanale marziale e decidere il loro destino.

A lui si è unito il presidente della Duma di Stato, Vyacheslav Volodin che ha detto che «I criminali nazisti non dovrebbero essere scambiati».

L'ipotesi della condanna a morte non appare improbabile stando anche alle dichiarazioni di Leonid Slutsky, negoziatore Russo ai tavoli di pace con Kiev, che ha definito i prigionieri di Azovstal «animali in forma umana» dicendo che dovrebbero essere giustiziati.

 

Il Campo di Concentramento 

Alcune testimonianze riportate dal Daily Mail riportano che i prigionieri evacuati da Azovstal sono stati portati a in una colonia penale a Olenvika. La struttura, denominata "colonia carceraria correttiva n. 52", è stata descritta da un consigliere del sindaco di Mariupol come un "campo di concentramento del 21° secolo".

Ex-detenuti che erano stati internati lì hanno dichiarato di essere stati affamati, torturati e minacciati di morte. Il campo" sarebbe stato costruito per 850 persone ma ne ospiterebbe già più di 3mila. Secondo un rapporto del commissario ucraino per i diritti umani, le sessioni di interrogatorio degli agenti russi dell'FSB possono durare per ore, con l'obiettivo di convincere i prigionieri a firmare documenti che ammettono la "collaborazione" con il "regime" ucraino. Alcuni prigionieri scompaiono. 

«Gli incidenti accadono»

Indizi sul possibile destino dei militari ucraini evacuati da Azovstal arrivano anche dalla tv russa. Nel primo canale della tv di stato, durante un'intervista uno dei militari che ha diretto l'operazione di evacuazione dell'acciaieria si tradisce: «Gli incidenti accadono» dice «Sai è inciampato o qualcosa del genere, si è sparato da solo». Il soldato parla in collegamento da una vettura e subito dopo si corregge: «certo non vediamo l'ora di vedere quei tipi, certamente nessun dito si muoverà». Ma ormai il sospetto che il destino degli evacuati sia la morte è concreto. 

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L'opzione dello scambio dei prigionieri 

Al momento dell'evacuazione l'opzione auspicata da Kiev era quella dello scambio di prigionieri. A questo proposito si ipotizza che le Nazioni Unite e la Croce Rossa - che hanno contribuito all'evacuazione dei civili da Mariupol l'8 maggio - stiano lavorando in background insieme alle autorità ucraine per garantire che l'impegno sia onorato. Per quanto riguarda i combattenti ancora rimasti all'interno di Azovstal Volodymyr Zelensky ha affermato che «i più influenti mediatori internazionali sono coinvolti» nei piani per salvare i combattenti ancora rimasti nell'impianto. E ha aggiunto che l'operazione per salvare gli ultimi difensori è stata "delicata" e che avrebbe "richiesto tempo". 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Maggio 2022, 17:54
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