Azovstal, il video del capo: «Smettiamo di combattere e portiamo fuori i morti». Ma è davvero finita? Tutti i misteri irrisolti dell'acciaieria

Rimane il giallo su chi sono i capi del reggimento Azov rimasti dentro l'acciaieria e sul loro destino

Azovstal, il video del capo: «Smettere di combattere». Ma è davvero finita? Tutti i misteri irrisolti dell'acciaieria

Dopo 86 giorni di assedio potrebbero essere finiti qui i combattimenti ad Azovstal, l'acciaieria diventata simbolo della resistenza ucraina a Mariupol. Fino a ieri si è continuato a combattere, anche dopo l'evacuazione di oltre 264 militari avvenuta lo scorso 16 maggio. Ma secondo un video diffuso oggi, 20 maggio, dal capo del battaglione Denys Prokopenko i militari hanno ricevuto dall'alto l'ordine di smettere di combattere e di "salvaguardare" la vita del reggimento. Sarà davvero così? Sono ancora tanti i misteri e le informazioni mancanti su cosa stia succedendo davvero nell'impianto industriale. E la questione dei militari rimasti dentro l'acciaieria pesa anche sui colloqui di pace. 

Chi è rimasto dentro Azovstal?  

In primo luogo non si sa né quanti uomini sono rimasti all'interno né chi sono. Il numero ufficiale dei combattenti rimasti non è stato divulgato da fonti ufficiali, né russe, né ucraine.  Un secondo mistero sono i nomi: si pensa che nei sotterrnaei siano rimasti gli irriducibili del battaglione Azov, quelli che i russi considerano nazisti e per i quali cadere in mano nemica significa quasi certamente morte certa. Tra loro c'è sicuramente Sviatoslav Palamar il vice-comandante del battaglione che il 19 maggio ha pubblicto un video, in cui annunciava che la battaglia era ancora in corso e che era in atto "Un piano speciale" di cui non poteva dare dettagli. 

 

Il comandante: «Stop ai combattimenti, seppelliremo i morti»

Oggi 20 maggio un video del comandante Denys Prokopenko, informa che ai militari è stato dato l'ordine di smettere di combattere : "86 giorni di difesa di Mariupol, lo stato maggiore ha dato il comando di proteggere la vita e la salute del reggimento e di smettere di difendere la città" dice. Nel video Prokopenko si mostra dimagrito, la barba lunga. Parla della missione in completamento, il cui obiettivo è quello di seppellire i corpi dei compagni caduti: "Nonostante le dure battaglie, la difesa circolare, la mancanza di rifornimenti, abbiamo sempre portato avanti tre punti più importanti: Civili, feriti e morti"Siamo riusciti a evacuare i civili, i feriti hanno avuto assistenza e sono stati evacuati in territorio ucraino. Quanto ai morti, eroi, la missione è in corso.

Spero che nel vicino futuro le loro famiglie e l'intera Ucraina potranno seppellire i nostri guerrieri con tutti gli onori. Viva l'Ucraina!" . Nelle prossime oreprobabilmente arriveranno aggiornamenti su cosa accadrà. Se effettivamente "l'ordine di rinunciare a combattere" equivarrà a una resa e se i membri del battaglione saranno fatti prigionieri. 

L'operazione in corso dentro Azovstal

La "missione in corso" di cui parla Denys Prokopenko potrebbe essere quella di cui il giorno prima aveva parlato anche il vice-comandante Sviatoslav Palamar, in un video di 18 secondi diffuso su Twitter: "È l'85esimo giorno di guerra. Io e i miei comandanti siamo ancora all'interno della zona dello stabilmento Azovstal. Una certa operazione sta andando avanti, ma non posso rivelarne i dettagli. Grazie all'intero mondo e grazie all'Ucraina per il supporto. A presto". La diffusione del video aveva smentito le voci circa la sua cattura, che era stata data per certa anche dai media ucraini già il mercoledì 17 sera. 

L'ombra dell'acciaieria sulle trattative di pace

Intanto ai colloqui di pace il caso Azovstal è l'elefante nella stanza di cui nessuno vuole parlare. Il capo negoziatore ucraino e assistente del presidente, Mykhaylo Podolyak ha dichiarato che sono in corso colloqui «molto difficili e molto fragili per l'evacuazione» dei militari rimasti all'interno di Azovastal. Il negoziatore ha aggiunto che gli ucraini dovrebbero astenersi dal commentare finché l'operazione non sarà conclusa.

Secondo nuove informazioni militari provenienti dal Regno Unito, ben 1.700 combattenti del vasto impianto industriale si sono arresi e sono stati portati nelle aree controllate dalla Russia. Ma per chi è rimasto il destino è ancora incerto. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Maggio 2022, 15:28
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