Il volto emaciato, la barba lunga e incolta, lo sguardo sfinito. Un medico militare che si trova nelle acciaierie Azovstal, a Mariupol, sotto i bombardamenti russi da oltre 70 giorni, ha registrato un messaggio aperto per il presidente della Turchia, Erdogan. La traduzione integrale delle sue parole riassume la condizione delle centinaia di militari ucraini intrappolati nei sotterranei - molti dei quali appartenenti al famigerato battaglione Azov - destinati a morte certa se non si realizzerà a breve una intesa con Putin per farli uscire.
«Non ricordo quale sia il giorno di guerra oggi: alcune persone stanno morendo di fame, disidratazione o traumi. I soldati feriti stanno morendo perché non possiamo curarli, perché le medicine sono insufficienti. Siamo in condizioni incompatibili con la parola "vita". Non abbiamo più tempo. Non so se ci sarà un domani» dice il ragazzo.
«Sono un tataro di Crimea, sono musulmano.
Ripete che i soldati si trovano dentro per difendere il loro paese. «Non abbiamo voluto questo, non abbiamo attaccato nessuno. La Turchia è sempre andata d'accordo con l'Ucraina, siamo amici che si sostengono a vicenda. Non sappiamo a chi appellarci... Quindi mi appello a voi per chiedere aiuto. Credo che Allah ripagherà tutti coloro che ci aiutano ora».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Maggio 2022, 13:17
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