Gucci Twinsburg, cosa significa la sfilata dei gemelli? A Milano sfilano 68 coppie mano nella mano. Il precedente del 2004

Gucci fa sfilare 68 coppie di gemelli: l'omaggio alle mamme di Alessandro Michele (e il precedente del 2004)

di Costanza Ignazzi

Sessantotto coppie di gemelli, 50 femmine, 18 maschi, hanno sfilato per Gucci a Milano tenendosi per mano (ma solo alla fine: perché all'inizio nessuno, tra il pubblico, era consapevole che si sarebbero "sdoppiati"). Questa l'ultima "magia" di Alessandro Michele, che alla Milano Fashion Week ha portato in scena, cosa che chi lo conoscerà sa essere quasi un'abitudine, la sua infanzia. «Sono figlio di due madri: mamma Eralda e mamma Giuliana - ha spiegato - Abitavano uno stesso corpo, si vestivano e pettinavano allo stesso modo. Erano magicamente specchiate. L'una moltiplicava l'altra. Quello era il mio mondo, perfettamente doppio». Perché lui, il piccolo Alessandro (Lallo, in famiglia), chiamava "mamma" indifferentemente l'una o l'altra.

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La rivelazione a fine sfilata

Una sorpresa per i fortunati, ignari invitati al defilé, che erano inconsapevoli di trovarsi in due sale diverse divise da un pannello. Alla fine il sipario si alza e rivela l'altra parte con modelli assolutamente identici, che escono tenendosi per mano: boom. Qualche giorno dopo, nessuno sa con certezza quali siano stati gli abiti portati in passerella (tutti, comunque, in pieno mood Gucci-Michele, modello che vince non si cambia), ma tutti hanno visto - e condiviso - almeno uno scatto dell'iconica sfilata, dove i gemelli, perfetti doppelganger l'uno dell'altro, si tengono per mano vestiti e pettinati allo stesso identico modo.

 

I gemelli pervadono anche la colonna sonora. «I am me, she is she … we are identical twins», una filastrocca del 1992 cantata in tv dalle gemelle dei Nineties (oggi stiliste) Mary-Kate e Ashley Olsen e letta da Marianne Faithfull. 

Un messaggio politico per molti, solo un grande show per altri.

D'altra parte, i designer che hanno voluto parlare di politica lo hanno fatto al di là delle collezioni portate in scena, vedi alla voce Pierpaolo Piccioli. Certo è che «Con la politica che è un disastro, la guerra, il cambiamento climatico c'è chi mi chiede perché lo faccio - spiega Alessandro Michele - ma penso che l'unica arma che abbiamo è spingere per immaginare altro, e non si tratta di vestiti o borse, ma di esseri umani». E poi sopratttutto gli abiti «erano più potenti in due». 

L'antefatto nel 2004 

No, non è una prima mondiale. Nel 2004, Jun Takahashi aveva portato in passerella la sua collezione per Undercover facendo sfilare coppie di gemelli: in quel caso però i look erano diversi l'uno dall'altro, due versioni diverse dello stesso outfit, la seconda "rovinata", slabbrata, oversize rispetto alla prima. All'epoca, la riflessione era sui conflitti in corso: la colonna era John Lennon e il messaggio finale un'esplicita condanna alla violenza. Molto diversa dall'esposizione "intimistica" (come sempre sono) quelle di Michele. 


Ultimo aggiornamento: Domenica 25 Settembre 2022, 21:49
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