Earth Day e Covid-19: la moda sostenibile è "contagiosa" anche in lockdown

Earth Day e Covid-19: la moda sostenibile è "contagiosa" anche in lockdown

di Gustavo Marco Cipolla
Ci aveva già pensato Guillermo Mariotto per Gattinoni Couture, qualche anno fa, a rendere omaggio alla Terra. "L'urlo" couture, come in un quadro di Edvard Munch e ritratto in uno scatto d’autore dal fotografo Antonio Barrella, per denunciare la ribellione del pianeta violentato dalle brutture della contemporaneità. Un abito di alta moda dall’ampia gonna, realizzato grazie alla maestria sartoriale della maison romana di via Toscana, con preziose organze, tulle dipinto a mano, strati di crinolina e il logo della casa di moda, fondata da madame Fernanda Gattinoni, al centro della creazione. Passepartout del sontuoso ed estroso “Beautiful Garbage”, per il quale Mariotto ha addirittura riutilizzato le buste di plastica usate per la spazzatura, ricamate in un’elegante ode estetica e di stile a “La grande monnezza”.

In occasione dell’Earth Day, che ricorre il 22 aprile, i brand del fashion si uniscono in un appello virtuale e contagioso, che diventa anche un valido motivo per lanciare un messaggio positivo al test di sopravvivenza di un sistema messo a dura prova dalla pandemia ma che, nonostante il lockdown e l’isolamento forzato a causa del Coronavirus, continua a produrre durante l’emergenza sanitaria. E se sono già 50 le candeline spente dalla prima celebrazione della giornata dedicata alla Terra, oggi, complice la situazione drammatica per il made in Italy, griffe e stilisti sentono l’esigenza di proteggere l’ambiente e, in particolare, la salute dei clienti. Tant’è che le fabbriche della moda, tra le più inquinanti, hanno deciso da tempo di cambiare punto di vista, orientandosi verso la sostenibilità e le sfide “green”, rispondendo alle domande di consumatori attenti, consapevoli e che, pure nello shopping ai tempi del Covid-19, scelgono indumenti e vestiti eco-friendly, soprattutto attraverso il miracolo dell'e-commerce. In alcuni casi, chi può ha riconvertito la filiera con mascherine e camici firmati. Lodevoli le iniziative, comprese quelle di accantonare gli eccessi stilistici e di lanciare charity challenge. Una tantum, come l’atteso bonus dell’Inps. Ma questa è un’altra storia, un fiaba da multinazionali dove il Re sul trono è soltanto uno. E si chiama Giorgio Armani.
 
 


Diverso è il discorso per chi vive di artigianato, per le piccole e medie imprese, nonché per alcuni giovani designer che, da sempre, trovano supporto nelle istituzioni come Altaroma, presieduta da Silvia Venturini Fendi, con trampolini di lancio tra i quali “Showcase” e il concorso di scouting “Who Is On Next?” promosso insieme a Vogue Italia, e Unindustria, l’unione degli industriali del Lazio che, di recente, ha riconfermato alla presidenza della sezione tessile e abbigliamento Stefano Dominella. Lo scorso gennaio sulle passerelle del Guido Reni District, la kermesse capitolina, ormai rinviata da luglio al 15 -17 settembre 2020 considerando le normative vigenti e l’attuale divieto di assembramenti, aveva mostrato nella singolare location underground dell'Ex Caserma le collezioni di talenti emergenti all’insegna dell’upcycling, riuso creativo, recupero di scarti provenienti dalle industrie ittiche e alimentari per confezionare borse e accessori: dai pizzi francesi ai patchwork di Italo Marseglia con la sua “Zoomantic”, che tra sogni d’infanzia e realtà è stata un safari in un bestiario onirico da osservare seduti in front row, alle mise ecosostenibili di Caterina Moro, che con “Wood” ha proposto outfit bio e, fra ricerca e sperimentazione, ha dato vita a look che ricordano bucoliche promenade sui sentieri dei boschi. Qui la creatività trendy è riuscita a fondersi alla bellezza della natura incontaminata. Capostipite rivoluzionario di una tendenza senza precedenti, invece, è l’eco-couturier Tiziano Guardini: aghi di pino, cortecce di alberi, foglie per abiti scultura che diventano una seconda pelle da indossare o da ammirare in un'esposizione d'arte.

Le creazioni di Falconeri strizzano l’occhio all’ecologia e l’azienda ha iniziato una partnership con due organizzazioni internazionali impegnate nella tutela dell’ecosistema: il Ccmi (Cashmere and Camel Hair Manufacturers Institute), che garantisce gli interessi di consumatori, produttori e rivenditori mantenendo l'integrità del cashmere, e la Sfa (Sustainable Fibre Alliance), che agisce in maniera etica salvaguardando flora e fauna nella filiera di trasformazione dei filati in Mongolia. In vista dei 10 anni dal lancio del progetto “Riciclo”, Intimissimi presenta una capsule per chi ama vestire sostenibile senza inquinare, identificando la tracciabilità e la provenienza dei tessuti. Per la prossima spring-summer debutta la “Green Collection” di intimo e maglieria con fibre contrassegnate da un cartiglio che le renderà riconoscibili: il pizzo contiene il poliammide riciclato Qnova® by Fulgar (una fibra di nylon creata con materie prime rigenerate), la seta Bluesign® si pone l’obiettivo di una catena di produzione mirata al miglioramento delle performance ambientali, poi il modal by Lenzing e il bambù, che vengono entrambi ricavati da materiali in legno rinnovabili. Il noto brand, leader nell’underwear, ha deciso di offrire un reale contributo a sostegno dell’ambiente siglando una collaborazione con Treedom, piattaforma web che, al motto di “Let’s green the planet”,consente di piantare un albero a distanza e monitorarne la crescita su Internet, quasi un'adozione botanica a distanza. Istituita nel 2010 a Firenze, la piattaforma vanta la piantagione di oltre un milione di alberi in America Latina, Asia, Africa e Italia con l'aiuto e il lavoro dei contadini del posto.

L’accordo di Intimissimi con Treedom ne prevede altri 20mila in tutto il mondo, un regalo ai propri fedelissimi acquirenti. Da marzo, comprando un articolo in negozio o direttamente sullo store in rete, gli affezionati possono ricevere in dono un albero che sarà fotografato da star e geolocalizzato in modo tale da essere seguito su una pagina online ad hoc. Anche gli accessori scendono in campo. Piquadro, per esempio, ci prova ancora e lo fa, dopo le passate stagioni in cui aveva svelato i primi prodotti che facevano ricorso all’impiego di tecniche ecologiche, lanciando una collezione con materiali riciclati, la “Green Collection PQ-Bios”. Monospalla, zaini e marsupi a basso impatto ambientale sfruttando l’Econyl®, un filo di nylon rigenerato dalla trasformazione di rifiuti, reti da pesca, moquette e plastica industriale provenienti dalle discariche o dagli oceani. Il packaging non poteva essere da meno: la carta, che ha la certificazione Fsc (Forest Stewardship Council®), attesta la provenienza da foreste gestite responsabilmente, così come gli inchiostri ecologici a base di soia e il cotone, nel segno del recycle, per la manifattura della corda dei manici. “A Green Story” è il racconto del marchio femminile Oltre del Gruppo Miroglio che, con una linea di 14 capi "green" prodotti mediante processi intelligenti, riduce lo spreco di acqua, il consumo energetico e gli agenti tossici. Denim in tela "Vicunha Absolut Eco" con una diminuzione dell’uso di acqua pari al 95% e di sostanze chimiche intorno al 90%. Fili per le cuciture e legno per i bottoni sono riciclati e l’etichetta posteriore è fatta di un cuoio che vive una seconda vita. La texture si ottiene mediante il procedimento del “wiser wash”, che conferisce quell’effetto chiaroscuro dello "stone washed" caratteristico della pietra pomice, senza inquinare. I pezzi della capsule collection più morbidi e fluidi sono in ecoviscosa, che arriva da fonti legnose rinnovabili, grazie ad una procedura che abbassa le emissioni di CO2 e l’impatto idrico fino al 50% se confrontata a quella tradizionale detta "seta artificiale". Per i romantici e per chi ha il pollice verde, le etichette in carta organica conservano all’interno alcuni semi di fiori selvatici da coltivare sul balcone o in giardino.

Piacevole hobby durante la clausura. Curiosità? Le label tag con le specifiche tecniche degli abiti sono ricavate dai kiwi scartati. Gli amanti dello yoga, che adorano rispettare l’ambiente, apprezzeranno le proposte sportswear di Freddy. La collezione “100% Made in Italy” è stata ideata con Brugnoli™, importante realtà italiana specializzata in tessuti tecnici e che ha brevettato la tecnologia Br4™, un processo produttivo ecosostenibile che utilizza poliammide 100% bio-based (Evo by Fulgar®) ottenuta dalla pianta del ricino. Elastico e leggero, l’originale tessuto nato dalla sinergia tra Freddy e Brugnoli possiede un'elevata velocità di asciugatura e ha fra i suoi pregi la batterio-staticità e la coibenza termica. Tute, crop top, felpe, canotte e pantaloni all’ultimo grido senza rinunciare al comfort e alla praticità, incluso il pavimento di casa guardando un video tutorial su YouTube. Con la primavera-estate Bomboogie arriva in spiaggia, e si spera senza barriere protettive in plexiglass, con le sue t-shirt in cotone organico, tutte certificate da “Global organic textile standards” (Gots), rinomato standard mondiale per i prodotti tessili da agricoltura biologica e a chilometro zero.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Luglio 2020, 15:46
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