Corsetto torna a fare tendenza, il bustier da elemento di costrizione a dettaglio glamour

Il corsetto torna a fare tendenza, il bustier da elemento di costrizione a dettaglio glamour

di Anna Franco

«Più stretto, più stretto, ho detto!», redarguisce la sua cameriera l'imperatrice Sissi (Vicky Krieps) nel film di prossima uscita Il Corsetto dell'Imperatrice, che ritrae la sovrana d'Austria alle prese con una buona dose di narcisismo e volubilità, ragioni di Stato e desiderio di apparire sempre bella e longilinea. Così, non esita a farsi ingabbiare da lacci e stecche di balena, che la stringono, ma le regalano una silhouette rimasta leggendaria. Una costrizione che usa a suo favore per svenimenti veri o inscenati e che è anche una metafora, nella pellicola, di come la società soffocava e relegava in un angolo la donna. Oggi, però, il bustier è tornato di grande attualità e ha fatto faville, a furia di curve create ad arte, su molte passerelle della prossima primavera/estate.

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NEL CINQUECENTO


Da Dior, Maria Grazia Chiuri si è lasciata ispirare da Caterina de' Medici, sposa di Enrico II di Valois nel 1533, che, una volta rimasta vedova, riuscì a essere regina reggente e poi madre. «Ha innalzato la moda a mezzo per ribadire o creare un ruolo - afferma la stilista - e ha introdotto tacchi, merletti e bustini tramutandoli in accessori scelti consapevolmente e con forza». Nelle mani della Chiuri si trasformano in mini abiti sinuosi, in piccoli top di pizzo, in leggere armature dalle forme squadrate abbinate a pantaloni o sovrapposte a candide camicie over dal taglio maschile, confermando il famoso detto underwear as outwear (ovvero l'intimo come abbigliamento esterno) coniato all'inizio degli anni Ottanta da Malcolm McLaren, collaboratore di Vivienne Westwood. Quest'ultima, del resto, non tralascia mai di inserire qualche corsetto nelle sue collezioni, perché «crea una figura a clessidra, molto femminile», ma lo fa dandogli la dignità di mostrarsi e trasformandolo in un capo femminista e ironico, sinonimo di potere più che di sottomissione.

 


IL MOVIMENTO PUNK


Del resto, questo tipo di abbigliamento era tornato alla ribalta proprio grazie al movimento punk, di cui la Westwood è stata una gloriosa esponente. Così come ha sempre sedotto Jean Paul Gaultier, che ha proposto nuove versioni del corpetto nella sua haute couture affidata a Olivier Rousteing, che non l'ha lesinato nemmeno da Balmain. Il bustier ha furoreggiato pure da Dolce&Gabbana (è un loro must da sempre), da Tezenis, Del Core, Act n1 e in Savage x Fenty vol 4, oltre che in un modello dorato di Schiaparelli. Alexia Elkaim, fondatrice e stilista di Miaou, brand che di corpetti di ogni tipo ne sforna a bizzeffe, afferma che «piace perché conferisce una sinuosa forma a clessidra ed è, quindi, lusinghiero per tutte. Dà un piccolo assaggio di teatro e romanticismo in un momento in cui la vita reale sembra quasi opprimente».
«Ho la sensazione che questo indumento sia sempre presente nella moda, ma ritorni alla ribalta in determinati momenti nel caso di un film o di una serie come Bridgerton - afferma Hilary Davidson, storica della moda e autrice di Dress in the Age of Jane Austen - Ma non è vero che ha sempre creato dolori insopportabili o che era un'arma maneggiata con perfidia dal patriarcato: era ed è in grado di fornire un supporto pratico insieme all'effetto estetico».


LA SICUREZZA


Della stessa idea Alanna McKnight, storica dell'abbigliamento, con dottorato di ricerca in comunicazione e cultura presso la Toronto Metropolitan University: «Negli anni Sessanta c'è stato un movimento di liberazione del genere femminile a opera di ragazze le cui nonne indossavano proprio i famigerati corsetti. E chi vuole vestirsi come la propria ava? Ovvio che quel capo fosse demonizzato come arcaico e che il tutto si sia riallacciato a discorsi pseudo scientifici sui disagi che provocherebbe alla salute. Teorie messe in circolo spesso da dottori misogini, spaventati dalla sensualità che emana una donna che si sente a proprio agio nei suoi vestiti. Questa sicurezza orgogliosa che donano a chi li indossa è estremamente glamour ancora oggi. Adesso si porta a vista e regala, così, un'affascinante forma iper femminile».
E ora se la possono permettere davvero tutte: «Un altro motivo per cui il corsetto era visto di cattivo occhio era perché era costoso e trasudava lusso: se lo poteva concedere solo la donna agiata. A dirla tutta era usato anche dalle operaie, anche se in modelli decisamente più poveri».

 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Novembre 2022, 12:58
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