Black Friday, un armadio pieno e niente da mettere? Ecco perché facciamo shopping compulsivo e come evitarlo

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di Costanza Ignazzi
Un armadio pieno di vestiti e nulla da mettere: lo diceva Carrie Bradshaw, lo confermano ogni giorno migliaia di donne fissando desolate il proprio guardaroba. La sindrome da acquisto compulsivo, purtroppo, è realtà e spinge molte di noi a tornare a casa cariche in stile Rebecca di "I love shopping" per poi accorgerci che metà di ciò che abbiamo acquistato non ci serviva/non lo indosseremo mai. E colmo dei colmi, quando abbiamo bisogno di un look particolare per un evento che esula dalla normale routine nessuno dei capi comprati con tanto entusiasmo ci sembra andare bene, il che scatena altro shopping compulsivo, e via dicendo.

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Perché questo circolo vizioso? «Si tratta di una specie di ingordigia, quasi bulimia, che ci chiede di "saziare" costantemente il nostro armadio vuoto, capace di digerire in breve tempo anche gli outfit più ricercati e spesso costosi e di farli finire nel calderone del: non so cosa mettere», spiega la psicologa Giovanna Molotzu.

Un fenomeno "incoraggiato" anche dalla diffusione del fast fashion, che promuove capi continuamente nuovi a prezzi modici, rendendo più facile seguire l'ultima tendenza ma più difficile mantenere l'ordine della cabina armadio. Senza parlare dello shopping online, facile come fare clic sul pulsante "Acquista ora", più che mai d'attualità in tempi di Black Friday. E il tutto è decisamente poco ecologico, se si pensa che il riciclo delle fibre non è ancora abbastanza sviluppato e che alcuni tessuti, come il poliestere, sono difficilmente riutilizzabili. 

Ma non crocifiggete le shopping addict: «Gli acquisti - spiega la psicologa - sono espressione della femminilità, di quel po’ di narcisismo di cui tutte siamo sane portatrici e servono a valorizzare l’autostima e la cornice per la nostra immagine corporea interiore». Non solo, ma «lo shopping - misurato - combatte l’ansia e migliora l’umore, contiene in qualche modo il vuoto, colora almeno temporaneamente il grigio con cui facciamo i conti nella nostra routine».
 
 

Non esagerare, in compenso, è possibile. Come? Innanzitutto riflettendo bene sugli acquisti. Meglio spendere un po' di più per un capo più duraturo: come un cappotto passepartout in lana o cachemire piuttosto che l'ennesimo piumino multicolore in viscosa che tra un mese non ci piacerà più. E magari puntare sul vintage, per definizione più sostenibile nonché senza tempo. Con un occhio, sempre, alle finanze: «È bene però stabilire, ognuna in base alle proprie disponibilità, un budget massimo di spesa con un bonus se proprio troviamo qualcosa che ci piace tanto», spiega Molotzu. Infine, datevi tempo: «Meglio contare 24-48 ore prima di capire se quell'“indispensabile” indumento è vero amore o solo un’infatuazione passeggera».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Novembre 2019, 15:06
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