Tumore al seno, la ricerca per combattere la caduta dei capelli anche dopo la cura

Tumore al seno, la ricerca per combattere la caduta dei capelli anche dopo la cura
Il trauma e la paura per la malattia, ma anche lo schock di perdere i capelli. Storie di donne malate di tumore al seno, storia della medicina che prova a limitare i danni della chemioterapia. Il 30% delle pazienti oncologiche continua a soffrire di alopecia anche dopo la cura. Per trovare una soluzione,  la Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse) ha finanziato uno studio multicentrico italiano, iniziato a gennaio 2018, che seguirà l'evoluzione dei capelli nel tempo su un campione di 100-150 donne sottoposte a chemioterapia per tumore mammario neicentri di Bologna, Modena, Roma e Napoli.
Obiettivo della ricerca, che durerà due anni, è scoprire le cause dell'alopecia e le possibili cure. L'alopecia permanente interessa anche i bambini: il 10% dei piccoli colpiti da leucemia. Il problema, fino a oggi, era stato sottovalutato, perché la cosa fondamentale era salvare la vita. 

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L'OSSERVAZIONE - «Le ricadute psicologiche per una donna costretta a indossare parrucche o foulard per tutta la vita, o per un lungo lasso di tempo, sono molto pesanti - spiega Bianca Maria Piraccini, associato in Dermatologia presso il Dipartimento di Medicina specialistica, diagnostica e sperimentale dell'Università di Bologna - Secondo uno studio americano, il 4% delle pazienti con diagnosi di cancro della mammella sotto i 35 anni rifiuta la chemioterapia, accettando di mettere a rischio la vita, per paura di guardarsi allo specchio e vedersi calva». Sidemast ha promosso il trial "Alopecia permanente da chemioterapici", uno studio interventistico sperimentale senza farmaco «che si focalizza sulle caratteristiche epidemiologiche, cliniche, dermoscopiche, istopatologiche e sulla microscopia confocale - spiega Piergiacomo Calzavara-Pinton, presidente Sidemast - Alla ricerca partecipano pazienti di sesso femminile, osservate prima, durante e dopo la chemioterapia. Vogliamo capire come prevedere i casi di alopecia permanente, come prevenirla e offrire le soluzioni terapeutiche più adeguate».

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IL FARMACO - Ad oggi, purtroppo, «si sa ancora troppo poco sui fattori che possono portare all'alopecia - continua Piraccini - Sono in corso ricerche sui geni predisponenti e, in futuro, si potrà prevedere chi sarà colpito da alopecia dopo la somministrazione dei farmaci chemioterapici.
Studi scientifici hanno invece fornito qualche evidenza in più sulla prevenzione di questo effetto collaterale: il raffreddamento dello scalpo durante la chemioterapia con caschi o cuffie riduce la caduta dei capelli». «Per quanto riguarda la cura - prosegue l'esperta - per ora sappiamo che l'applicazione locale di minoxidil lozione, da anni in commercio in Italia e nel mondo per l'alopecia androgenetica, durante la chemioterapia e nei 4-5 mesi successivi facilita la ricrescita dei capelli. Dopo un anno dall'inizio del trattamento il paziente viene rivalutato. Se ha ottenuto benefici, la cura viene portata avanti, in caso contrario sospesa. Abbiamo però bisogno di incrementare ulteriormente la ricerca. Ed è per questo - conclude Piraccini - che studi come quello finanziato dalla Sidemast sono di importanza decisiva».   

Ultimo aggiornamento: Sabato 8 Giugno 2019, 07:35
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