La ricerca è stata condotta da studiosi del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Catania, in collaborazione con l’Università Magna Graecia di Catanzaro, e pubblicata sull'International Journal of Molecular Sciences.. «Tre diversi meccanismi potrebbero spiegare la diversa suscettibilità all’infezione e del suo decorso nei due sessi – spiega il professor Sandro La Vignera, endocrinologo dell’ateneo catanese - Il primo potrebbe essere legato all’enzima Ace2», da cui dipende l'infezione.
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L'Ace2 pare che maggiore nel sesso maschile e che sia influenzata dai livelli circolanti di testosterone. «Questo fattore – sostiene il ricercatore catanese – potrebbe quindi spiegare la maggiore suscettibilità all’infezione nei maschi, dove può più facilmente causare eventi cardiovascolari».
Inoltre, recenti studi di popolazione attribuiscono al testosterone un ruolo nella patogenesi di fenomeni tromboembolici, coinvolti nella letalità da Covid-19. Anche questo secondo meccanismo potrebbe dunque essere coinvolto nella maggiore mortalità da Covid-19 nel sesso maschile. Infine, la carenza di vitamina D, particolarmente frequente nei maschi di età avanzata, sembrerebbe favorire l’aggravarsi dell’infezione dell’apparato respiratorio, aumentando la letalità del virus nel soggetto infetto. «Questi tre meccanismi – suggeriscono gli autori della ricerca – potrebbero spiegare la maggiore mortalità nel sesso maschile e necessitano di essere presi in considerazione nella gestione terapeutica dei pazienti affetti da Covid-19».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Aprile 2020, 14:58
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