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La risposta
Ma le famiglie rispondono alla ministra: la didattica a distanza per i nostri figli non va bene, è necessaria la presenza di un assistente che guidi i bambini e i ragazzi. «Diamo atto che gran parte degli istituti scolastici si sono attivati per offrire la prosecuzione della didattica», si legge nella lettera indirizzata alla ministra e firmata da 4 consulte e 15 associazioni. «Ma la scuola non è solo didattica. Se la chiusura di questo mondo per alcuni è una parentesi diversa nella modalità di apprendimento, per altri, la maggior parte degli alunni con disabilità, è l’interruzione di un percorso che assume carattere di perdita in termini assoluti. La chiusura della scuola e contestualmente di tutte le attività ludico, sportive e socializzanti ha decretato un completo isolamento per i nostri figli con disabilità ed il venir meno di quegli stimoli esterni che aiutano e determinano il loro accrescimento».
La didattica a distanza, sostengono le famiglie, non è «inclusiva».
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L'assistente
«La maggior parte degli alunni con disabilità intellettivo relazionale ha una ridotta capacità attentiva, si disorienta e destabilizza per i cambiamenti, non ha autonomia nell’uso dei sistemi informatici, etc. Questi alunni, non a caso, per aver garantito il diritto allo studio, necessitano di un accompagnamento continuo». Per seguire le lezioni online è necessaria la presenza della mamma o del papà. Nel tempo della quarantena si sono improvvisati insegnanti, infermieri, terapisti. «In un momento così delicato per la vita degli alunni con disabilità e delle loro famiglie, riteniamo inoltre portare alla sua attenzione la necessità di un affiancamento in presenza agli alunni con disabilità». Insomma, bisogna garantire un assistente a fianco dell'alunno disabile. Le famiglie chiedono alla ministra di «attivarsi verso le amministrazioni regionali e comunali per far sì che ogni ora di assistenza non fruita in questi mesi possa essere recuperata a fine emergenza».
Il lavoro
Per le mamme c'è inoltre il problema della ripresa del lavoro. A chi affidarà i figli? Se per le altre famiglie il problema riguarda i più piccoli, per «noi riguarda ogni età. I notri figli non possono essere lasciati da soli. Non sanno organizzare il proprio tempo e necessitano di vigilanza ed assistenza h 24. E non possono essere affidati ad una semplice baby sitter per età e complessità della relazione e vigilanza. È necessario tenere ben presente questa problematica e dare risposte concrete alle famiglie per non metterle nella condizione di dover scegliere fra il lavoro e l’accudimento dei propri cari decretandone lo stato di indigenza».
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Aprile 2020, 14:29
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