«Le donne ci sono state in questa crisi, hanno lottato, sopportato, subito, sperato e disperato. Insieme agli uomini, e forse, in alcune dimensioni, anche più degli uomini. Tutto questo, purtroppo, non ha trovato un’adeguata rappresentazione nei centri di decisione pubblica e collettiva. Da più parti è stata osservata la mancanza di un’adeguata presenza femminile tra i protagonisti politici e scientifici della crisi, rilevata in numerose occasioni, non ultima la nomina della task force governativa composta per l’80% da uomini».
Le donne, ancora una volta fuori.
La strategia per combattere il virus pensata dagli uomini. Vittorio Colao guida la task-force della fase 2, dopo che il premier Conte ha condotto la fase 1. Consultandosi con altri uomini, tra cui Angelo Borrelli, alla guida della Protezione civile, Domenico Arcuru, commissario dell'emergenza e il comitato tecnico-scientifico (nessuna donna). L'unica presenza femminile alle conferenze stampa che si avvicendano ogni pomeriggio da oltre un mese è quella della traduttrice che racconta ai sordi l'evoluzione del virus. É vero che la ministra della famiglia e delle pari opportunità Elena Bonetti ha costituito una task-force di esperte, “Donne per un nuovo rinascimento" formato da scienziate, economiste, imprenditrici e scienziate.
«Una iniziativa a cui guardare con apprezzamento, purché sia un progetto delle donne per il Paese. Tuttavia, non basta», si legge nella lettera aperta inviata a Conte e Colao. «La crisi ha insegnato infatti come i problemi sociosanitari siano in grado di condizionare l'economia e viceversa. Il concetto di cura, storicamente relegata a dimensione domestica e familiare, può assurgere oggi come categoria interpretativa e salvifica del mondo, sia che si parli di persone, di economia, di scienza o di ambiente».
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«Non è un caso, ad esempio - continua la lettera - che nei Paesi a guida femminile ci sia stata una risposta alla crisi mediamente più efficace, accompagnata a un'attenzione dichiarata al benessere psicologico e alla comunicazione, intesa anche come dialogo con i bambini e le bambine. Si è trattato, infatti, di un approccio femminile nato spontaneamente da chi questo tipo di cura l'ha praticata per secoli». Per aderire all'appello è possibile inviare una mail all'indirizzo: datecivoce gmail.com . L'elenco, in corso di aggiornamento, è visibile sulla pagina ufficiale facebook di #Datecivoce.
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Aprile 2020, 18:35
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