Bimbo conteso affidato alla madre: «Il padre l'ha portato in Turchia, non lo vedo da più di un mese»

Bimbo conteso affidato alla madre: «Il padre l'ha portato in Turchia, non lo vedo da più di un mese»

di Vanna Ugolini
Le parole non riesce a pronunciarle ma il tono dolente della sua voce racconta molto di più. «Il mio ex compagno ha portato via il nostro bambino in Turchia: il giudice aveva stabilito che Leonardo sarebbe dovuto stare con me ma il padre non ha voluto accettare la decisione e me l'ha portato via». Ilaria Passone non riesce a dirlo ma teme che al bambino, che ad aprile compierà quattro anni, possa succedere qualcosa di brutto, di irreparabile. E racconta una storia di relazione tormentata e di figli usati come ricatto, portati via nonostante la decisione di un giudice.
La storia tra Ilaria, che ora ha 30 anni, e il suo compagno comincia a Firenze, tre anni fa, quando la ragazza studia architettura e si mantiene agli studi lavorando in un bar.

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Le minacce
É lì che incontra un giovane tedesco di origine turca. Nasce l'amore e, poco dopo, anche un bambino. Così la coppia decide di andare a vivere insieme. «Lui vuole aprire un B&b ma dato che solo io ho uno stipendio, il finanziamento viene dato a me».
Le cose, però, precipitano: la relazione non funziona, Ilaria perde il lavoro, la rata del mutuo però la deve sempre pagare e l'attività non parte. Lei se ne vuole andare ma lui la minaccia di portarle via il figlio «in un luogo sperduto della Turchia».

Messa alle strette Ilaria torna a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dai genitori. E da allora comincia il braccio di ferro per l'affidamento del bambino: una causa che si svolge a Firenze, il luogo dove la coppia ha la residenza e dove è nato Leonardo. Lui continua a minacciarla, lei ha paura, vuole che suo figlio stia con lei. 

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L'affidamento
«La causa per l'affidamento del bambino si svolge a Firenze, l'udienza viene fissata dopo 9 mesi, poi viene nominato un Consulente tecnico per valutare le capacità genitoriali - spiega Giovanna Fava, avvocata di Ilaria - nel frattempo vengono emessi dei provvedimenti che regolano in via provvisoria i rapporti tra i genitori ed il bambino. Il Ctu dice che la mamma, al di là delle ragioni che lo hanno determinato, ha sbagliato ad allontanarsi con il bambino e dice che lei deve ritornare a Firenze. E stabilisce tempi paritari con ciascun genitore, altrimenti affiderà il bambino solo al padre mentre la madre potrà vederlo a giorni alterni».
Ilaria a Firenze non può stare, perchè ha perso il lavoro e chiede con forza che il bambino sia affidato a lei. 

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Il Tribunale, invece, si adegua alle "prescrizioni" del Ctu.  «I Servizi Sociali vengono incaricati di verificare come sta il bambino presso il padre e relazionano che il bambino vive isolato con il solo padre, che lo costringe a parlare in turco. Inoltre - prosegue Fava - quando la mamma consegna il bambino al papà il bambino piange e non vuole andare». Ilaria fa  presente tutto questo «ma il Tribunale ci mette altri due mesi per adottare la decisione definitiva di collocamento del bambino presso al mamma».
Ed è quando viene emessa questa sentenza che la situazione precipita. «Mentre il bambino è dal papà questi con l'auto e i due cani, senza avere un documento del bambino valido per l'espatrio riesce, passando attraverso la Grecia, ad andare in Turchia. - spiega l'avvocata Fava - la madre riesce a parlare con il bambino pochi minuti poi il padre interrompe ogni comunicazione. Da allora la mamma non ha più avuto notizie di suo figlio e teme per a sua vita».

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La fuga
«Purtroppo le minacce che Ilaria e il bambino subivano non sono state prese nella giusta considerazione - spiega Fava - Questa giovane donna ha denunciato tutto alle autorità ma la violenza del compagno, le minacce e la violenza economica, sono stati ritenuti alla stessa stregua di una banale lite tra conviventi e non è stata adottata alcuna misura di protezione. Anche la procedura per decidere l’affidamento del bambino è stata “neutra” ovvero dalla parte del violento, ha ignorato la violenza della relazione e privilegiato il concetto di “bigenitorialità” come se i genitori fossero uguali ed egualmente positivi per il bambino».
Ora secondo Ilaria e la sua avvocata non c'è tempo da perdere: dal 6 febbraio la mamma non ha più potuto vedere, abbracciare, coccolare il suo bambino e non sa dove sia.
«Ogni azione per rintracciare e riportare a casa Leonardo comporta atti, procedure, traduzioni, contatti con ambasciate, avvocati, che costano e la mamma che lavora come banconista non ha i mezzi per farvi fronte.
Leonardo è nel cuore di ognuna e ognuno di noi, aiutiamo la mamma a riportarlo a casa».
Per far fronte a queste spese è stato anche aperto un conto corrente dedicato con questo Iban IT39X0103012802000010006303, intestazione "Leonardo nel cuore"
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Marzo 2020, 09:58
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