Noa Pothoven a 17 anni sceglie di morire: fu stuprata da bambina. «Respiro, ma non ho mai vissuto»

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di Franca Giansoldati
Si chiamava Noa Pothoven, aveva 17 anni e la sua storia arriva dai Paesi Bassi. È morta domenica scorsa nel soggiorno della sua casa  ad Arnhem, circondata dai membri della sua famiglia: aveva smesso di bere e mangiare. Noa era stata violentata quando era solo una bambina e da quel momento, come scrisse lei stessa, aveva respirato ma mai vissuto. Anoressia, depressione, disturbo da stress post-traumatico, l’avevano accompagnata giorno e notte nel corso di questi anni.

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La storia di Noa ha commoso il mondo. Con gli occhi cercava di cogliere la luce anche quando non la vedeva nella sua vita, su Fb scriveva che i momenti difficili possono sempre essere a due passi, e che non importava quanto fossero duri, perché bisogna andare avanti. Forza, vai e alzati di nuovo, si faceva coraggio così. Ma poi Noa ad un certo punto, forse l’anno scorso, ha capito che andare avanti era come scalare una montagna senza fine, che non sarebbe più riuscita a trovare le forze per andare avanti. Ci ha provato e ha gettato la spugna. A 17 anni, con l'assenso della mamma, ha contattato un centro per l’eutanasia in Olanda, dove la pratica è legalizzata, per attivare l’iter necessario. In un'intervista, tuttavia, lei stessa aveva raccontato che la sua richiesta era stata rifiutata. «La domanda è stata rifiutata perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino ad almeno 21 anni».


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Noa era riuscita a trasformare le sue sofferenze in pagine cariche di parole. Con il libro "Vincere o imparare", la sua autobiografia, voleva aiutare altri giovani come lei, sostenendo che i Paesi Bassi non hanno istituzioni o cliniche specializzate a cui i ragazzi possono rivolgersi per trovare un supporto psicologico. 



Sul suo profilo Instagram Noa ha pubblicato una sua foto scrivendo un ultimo lungo messaggio d'addio «A lungo ho pensato se condividere questo ultimo post. Forse sembrerà inaspettato, ma questo è un progetto che ho da molto tempo, non è una decisione d’impulso. Entro massimo 10 giorni morirò. Dopo anni di battaglie, il combattimento è finito. Ho smesso di bere e mangiare e dopo molte discussioni e valutazioni, è stato deciso di lasciarmi andare perché la mia sofferenza è insopportabile». Noa prosegue: «Respiro, ma non ho mai vissuto».
E conclude chiedendo agli amici e agli oltre 8 mila follower di «Non cercare di convincerla». «Amore è lasciare andare, in ogni caso» ha concluso.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Giugno 2019, 08:54
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