Cocaina, spedizioni punitive e un tentato omicidio: blitz contro la “gang dei boschi”

Cocaina, spedizioni punitive e un tentato omicidio: blitz contro la “gang dei boschi”

di Simona Romanò

Fiumi di stupefacenti. E non solo. Anche pura violenza fra spacciatori: minacce, aggressioni a suon spranghe, armi e spedizioni punitive. È stata sgominata la “gang del boschi” della droga dell’hinterland milanese e di Varese. Una “formazione” criminale in perenne guerra per la spartizione degli affari, composta in prevalenza da marocchini,  quasi tutti irregolari e con disattesi ordini di espulsione. Dei fantasmi senza documenti.

BLITZ. L’ultima operazione, coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, ha messo un luce uno scenario  inquietante, caratterizzato da numerosi delitti brutali. I carabinieri di Busto, ieri, hanno stretto le manette ai polsi di sei persone:  quattro uomini (un nordafricano, un albanese e due italiani) e due donne italiane). Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentato omicidio nei confronti di un presunto spacciatore, nonché di spaccio di cocaina, eroina e hashish nei boschetti dello sballo e del degrado.

TENTATO OMICIDIO. Un’inchiesta lunga e difficile, dicono i detective, per stanare dei soggetti senza nome, senza documenti, persi nelle aree verdi dove chi vuole può acquistare di tutto. Punto di partenza dell’indagine è stata la spedizione punitiva, per un debito di droga non pagato, messa in atto da tre marocchini, il 20 agosto 2020, nella zona boschiva di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, ai danni di un connazionale, un pusher 31enne (non arrestato).

La vittima, raggiunta da un colpo di pistola non mortale, è sopravvissuta e, in realtà, non era il reale obiettivo. Le indagini, infatti, hanno poi consentito di appurare che si è trattato di uno scambio di persona.

SECONDO AGGUATO. L’effettivo destinatario era un altro pusher, sempre di origine marocchina. Infatti, a distanza di pochi giorni, a Cuggiono, nel milanese, l’uomo e la sua compagna sono stati barbaramente picchiati: calci, pugni e minacce di morte con una pistola alla tempia, per costringerli a saldare il debito di 30mila euro.

FIORENTE MERCATO.  Durante l’attività investigativa, condotta anche con la collaborazione della Squadra Mobile di Biella, è emerso un fiorente mercato. «Del resto la domanda di dosi e attiva su più fronti», ha  ripetuto il prefetto di Varese Rosario Pasquariello. «Una crescita come mai successo»


Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Luglio 2022, 06:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA