Vaccini Covid, Figliuolo sprona le Marche: «Numeri buoni, ma bisogna accelerare sulle categorie a rischio»

Vaccini Covid, Figliuolo sprona le Marche: «Numeri buoni, ma bisogna accelerare sulle categorie a rischio»

di Martina Marinangeli

ANCONA - «Qualcuno può pensare che questa sia una passerella, ma non lo è». Ci tiene a precisarlo subito il generale Francesco Paolo Figliuolo, appena uscito dal centro vaccinale Paolinelli di Ancona, seconda tappa del tour marchigiano di ieri. «Ci serve per verificare che i target vengano raggiunti», prosegue nel ragionamento, e mette un altro paletto: «non sono l’uomo solo al comando, ma il commissario che, con le altre istituzioni, cerca di dare una linea chiara alla campagna vaccinale».

Per la serie: ognuno faccia il suo e lavoriamo come squadra. E la propria parte, le Marche, la stanno facendo secondo il generale, anche se il traguardo non è ancora esattamente dietro l’angolo. Parola d’ordine: «capillarizzare» la campagna vaccinale. 

Gli standard da raggiungere

«A livello numerico, ci siamo quasi: dobbiamo arrivare a breve alle 10mila dosi al giorno, per poi portarci a regime, a fine mese, a 15mila somministrazioni». Ma più che la quantità, «conta la qualità» punta sulla saggezza proverbiale Figliuolo, argomentando che «qui la Regione sta facendo un grande sforzo su over 80 e fragili, e sono i numeri a dirlo. Per gli over 80 siamo a circa 100mila vaccinati su 136mila, intorno al 73-74%, su una media nazionale che oggi è intorno al 62-63%: questo è un buon dato».

La buona notizia

Ma l’appello è sempre a fare meglio: «non tutto va benissimo, altrimenti cosa veniamo a fare? Ma queste cose le implementeremo per il futuro.

Esorto tutte le Regioni ad andare avanti spedite su queste categorie, perché sono quelle che hanno gli esiti più negativi derivati da questa infida e terribile pandemia». Detto questo, una stelletta alle Marche per il lavoro svolto finora, il generale la dà. Con riserva sul futuro e con la promessa di continuare a monitorare gli eventuali punti ciechi, ora che si passerà alla fase “di massa” della campagna. 

Le dosi nel mirino

Un plauso lo riserva anche all’hub vaccinale dorico, «esempio di un centro fatto in maniera semplice, ma efficace, in linea con il piano e praticamente a costo zero. Più vacciniamo le categorie a rischio – ribatte sul punto –, prima possiamo vaccinare le categorie produttive e far ripartire la nostra Italia. Voi siete nel distretto del made in Italy, importantissimo. Se non ripartiamo è la fine». Il discorso slitta poi sul “caso” Astrazeneca, con l’ennesimo cambio di passo sulla fascia di somministrazione, ora tarata sul target 60-79. «L’Ema ha detto che è un vaccino sicuro come gli altri – il refrain –. I nostri scienziati, l’Aifa, l’Istituto superiore di Sanità ed il ministero della Salute hanno raccomandato l’inoculazione sopra i 60 anni e chi ha fatto la prima dose, può fare sicuramente la seconda. Questo ci allinea a ciò che hanno fatto Germania, Spagna, Francia e Belgio, dando un limite».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Aprile 2021, 08:22
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