Tutto d'un fiato, la storia degli ingegneri che salvarono vite nella prima ondata diventa un libro

Tutto d'un fiato, la storia degli ingegneri che salvarono vite nella prima ondata diventa un libro

di Enrico Chillè

Una delle storie più belle del momento più drammatico dell’emergenza sanitaria in Lombardia, che Leggo aveva già raccontato, diventa un libro. Tutto d’un fiato è il titolo scelto, decisamente azzeccato: non è solo il modo in cui si legge questa storia, ma rende molto bene l’idea della corsa contro il tempo per far tornare a respirare i pazienti in terapia intensiva. La storia di Cristian Fracassi, giovane e brillante ingegnere bresciano, viene raccontata, come fosse una favola per i figli, da Federico Vincenzi, avvocato che ha assistito i ragazzi della start-up Isinnova mentre compivano una vera e propria impresa.

Siamo in provincia di Brescia, una delle zone più colpite al mondo dalla prima ondata di coronavirus. In ospedale iniziano a scarseggiare le valvole Venturi per i macchinari di terapia intensiva ed è impossibile reperirne altre in poco tempo dall’azienda fornitrice. Cristian Fracassi e i suoi colleghi (Alessandro Romaioli, Davide Sabaini, Lorenzo Abeni e Marco Ruocco) decidono quindi di tentare il tutto per tutto: produrne centinaia di pezzi in poche ore, con la tecnica della stampa 3D. Un’intuizione che si rivela vincente e che si ripete pochi giorni dopo, quando negli ospedali di Brescia e provincia iniziano a mancare le maschere C-Pap da attaccare ai respiratori.

La soluzione sembra varcare i limiti della fantascienza: il team di Isinnova riesce addirittura a modificare le maschere da snorkeling prodotte da Decathlon, consentendo di salvare così più vite possibili.

Una storia, quella di Cristian Fracassi e dei suoi colleghi, dove si prendono rischi altissimi senza badare alle conseguenze, perché la priorità, in quel momento, era salvare vite umane. Il rischio di venire denunciati dalle aziende produttrici o dalle famiglie dei pazienti ricoverati è passato in secondo piano, così come ogni ragionamento sui costi e sui bilanci. Dopo aver appurato che tutto funzionava per il meglio, il team di Isinnova aveva anche deciso di rendere quella tecnologia disponibile per tutti sul web, in modalità open-source, a patto che quelle conoscenze venissero utilizzate per salvare vite e non per ottenere profitti. Una vera e propria impresa, che non sarebbe stata possibile senza un’attiva collaborazione di diversi professionisti (medici, infermieri, ingegneri, avvocati e giornalisti) che in quel momento avevano deciso di sacrificare tempo, fatica e denaro per provare a salvare delle vite. Alla fine, insieme all’ex primario in pensione Renato Favero, Cristian Fracassi è stato premiato dal presidente Sergio Mattarella con il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica.

Ingegner Fracassi, in quei momenti drammatici ha temuto più una causa delle aziende produttrici o delle famiglie dei pazienti che rischiavano di morire?
«In quel momento le paure erano tante, ma sicuramente la cosa che più ci spaventava e preoccupava era che qualche paziente morisse a causa nostra. Credo non esista peso maggiore che avere sulla coscienza la morte di qualcuno».


La burocrazia ha rischiato di frenare l’innovazione anche nell’emergenza. Per replicare la Vostra storia credete sia necessaria una sburocratizzazione?
«La burocrazia ha rischiato di bloccare tutto il progetto. Le leggi sono fondamentali ed è importante che vengano rispettate, ma occorrerebbe un protocollo di superamento delle stesse in casi di emergenza. In fondo anche le ambulanze, quando servono, passano col semaforo rosso».



Lei ha avuto un lungo e articolato percorso formativo, basato principalmente su Ingegneria e Architettura. Cosa si può consigliare ad un adolescente di oggi che vorrebbe lavorare nel campo dell’innovazione?
«A chi vuole lavorare nell’innovazione, consiglio tre percorsi formativi: il primo è la progettazione, il secondo è l’economia, il terzo è comunicazione e marketing. Sono i tre macro pilastri dell’innovazione, occorre conoscerli e specializzarsi in almeno uno di essi».



Grazie al lavoro di Isinnova, Lei è diventato famoso in tutto il mondo, ha permesso di salvare tante vite ed è diventato anche Cavaliere della Repubblica. Quale di questi traguardi La rende più fiero?
«La cosa che mi rende più orgoglioso del lavoro fatto e dei riconoscimenti ricevuti è l’unione e il lavoro di squadra che ha dimostrato il mio team. Senza di loro, nulla di questo sarebbe stato possibile».

Cristian Fracassi (con Federico Vincenzi), Tutto d’un fiato, Hoepli, 182 p., 15,90 euro


Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Gennaio 2021, 08:39
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