Un’esistenza ancorata alla realtà quella del Massimo Pericolo, al secolo Massimo Vanetti. Classe ’92, un’infanzia non facile, la letteratura, le arti marziali, la droga, la detenzione, il lago, i “fantaboschi”, la musica. 7 miliardi, Criminali i primi singoli. Ne Il signore del bosco con foto, racconti, scritti autografi, c’è lui. C’è il suo modo di vedere, di farcela. «Massimo Pericolo non era che la punta dell’iceberg di una identità che si stava pian piano definendo. Possiedo uno specchio interiore… è lì che vado a guardare… chi sto diventando», scrive. È un racconto duro. Vero.
Massimo Pericolo, Il signore del bosco, Rizzoli, 216 p, 18 euro
Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Novembre 2021, 10:04
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