Luciano Rispoli, il conduttore gentile dalle belle parole

Luciano Rispoli, il conduttore gentile dalle belle parole

di Claudio Fabretti

 C’era un tempo in cui la Rai si era messa in testa di insegnare l’italiano agli italiani. Non solo con le ingessate trasmissioni del Dipartimento Scuola Educazione, ma anche negli show serali. Se Mike Bongiorno contribuì ad alfabetizzare il Paese con i suoi telequiz, anche un altro gentiluomo della tv fece la sua parte: Luciano Rispoli, con il suo storico programma Parola mia. Per celebrare i 90 anni dalla nascita del conduttore - nato nel 1932 a Reggio Calabria e scomparso a Roma nel 2016 - esce il libro Ma che belle parole (il tormentone con cui nel programma Rispoli reagiva alle esternazioni del linguista Gian Luigi Beccaria). A firmarlo, il giornalista e scrittore Mariano Sabatini, suo ex-collaboratore e “allievo”, che da anni sta cercando di riaccendere le luci su una personalità della televisione italiana troppo spesso dimenticata. Edito da Vallecchi, il libro è quasi un album di ricordi, pieno di affetto e di nostalgia.

Sabatini ripercorre la carriera di Rispoli, dalla Rai a Tmc, soffermandosi sulle tante trasmissioni, radiofoniche e televisive, che ha ideato - da La Corrida a Chiamate Roma 3131, fino a L’ospite delle due, antesignano del futuro Tappeto volante. «Avevo 23 anni e iniziò così la mia parabola di autore per la tv al fianco di un padre nobile della Rai, pigmalione di personaggi immensi e inventore di format rivoluzionari, con il quale ho avuto un rapporto di tipo filiale fino alla sua scomparsa», scrive Sabatini, ripercorrendo la storia del suo maestro in pagine rese godibili dalla sua scrittura forbita e brillante, che i lettori hanno già potuto apprezzare nella sua saga del giornalista-investigatore Leo Malinverno, di cui sono usciti i primi due capitoli, L’inganno dell’ippocastano (2016) e Primo venne Caino (2018).


Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Settembre 2022, 08:50
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