Pierluigi Ciocca, La Banca d'Italia. Un'istituzione speciale

Pierluigi Ciocca, La Banca d'Italia. Un'istituzione speciale

di Elena Fausta Gadeschi

«La moneta tocca tutti. Nulla è più “politico” della moneta».

Eppure nella delicatezza della sua posizione istituzionale e delle sue mansioni, la Banca d’Italia ha dovuto in oltre due secoli di storia arroccarsi nella più rigorosa neutralità per preservare il suo naturale non coinvolgimento nella macchina statale. Un complesso equilibrio che viene ben descritto da Pierluigi Ciocca ne La Banca d’Italia. Un’istituzione “speciale”, un testo che raccoglie le introduzioni dell’autore alle Considerazioni degli otto governatori succedutisi dal dopoguerra, da quando Luigi Einaudi inaugurò la fortunata formula nel marzo del 1947. Pierluigi Ciocca, banchiere, economista, è stato vicedirettore generale della Banca d’Italia dal 1995 al 2006.

Prendendo le mosse da quello che sarebbe stato il secondo presidente della Repubblica, passando per Donato Menichella, Guido Carli, Paolo Baffi, Carlo Azeglio Ciampi, Antonio Fazio, Mario Draghi fino ad arrivare a Ignazio Visco, Ciocca ripercorre tempi e vicende che li videro protagonisti con un inquadramento del contesto storico-economico, ma anche giuridico-istituzionale. A ognuno è dedicato un capitolo che, senza cadere nei tecnicismi, mette in luce le specificità del loro operato e i tratti della loro personalità. Non una cronaca ma un’analisi, un documento utile alla comprensione del Secolo Breve e dei primi vent’anni del nuovo Millennio.


Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Gennaio 2023, 06:45
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