Gioele Dix: «Venti libri per la vita», l'attore commenta i testi che l'hanno formato e presenta il suo nuovo scritto
di Paola Pastorini
«Ci vuole fede perché i libri non sono mai stati tanto al ribasso. Nel 2017 il 50% di italiani non ne ha letto uno». L'attore mette sulla carta scrittori e libri eterogenei, da Calvino a Campanile, da Marx (Groucho) a Foster Wallace, a Melville: unica regola nessun vivente. Ma c'è solo una donna, la poetessa Wislawa Szymborska. «Stilare la lista è stato dolorosissimo, in un capitolo chiedo scusa al resto del mondo. Il principio guida è semplice: ammiro chi scrive bene. Ho eliminato i viventi per non creare malintesi: ogni scrittore preferisce vivere che diventare immortale. Sì c'è solo una donna, ma in due romanzi, Anna Karenina e Madame Bovary, le protagoniste sono meravigliose ed emozionanti nei loro amori sbagliati.
E, come diceva Flaubert, Madame Bovary sonoio». Come si costruisce un buon lettore? «Famiglia e insegnanti. Da adulti ci si crea propri percorsi, ma ci si distrae anche di più». Colpa dei telefonini? «Inutile opporsi, non lo demonizzo. In metrò tutti lo guardano: chissà se leggono un romanzo o giocano a Candy Crash. Per me, resto col feticcio della carta, sono affezionato all'oggetto-libro, lo sottolineo, prendo appunti, lo strapazzo». Perché è importante la lettura? «È la tua carta d'identità: io sono quello che ho letto. La parola ci definisce. E ci rende diversi dai formichieri».
Gioele Dix, Dix Libris, Rai Eri, p. 207, 18 euro
Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Giugno 2018, 16:04
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