Nella palazzina Marfisa d'Este a Ferrara il racconto e le riflessioni del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, ospite per presentare il suo libro "Reagan. Il presidente che cambiò la politica americana”. A dare il benvenuto a Sangiuliano è stato il sindaco Alan Fabbri, con l'assessore Marco Gulinelli e Alberto Lazzarini, presidente della commissione culturale dell'ordine dei giornalisti. In collegamento Vittorio Sgarbi. Nicola Minelli, dell'ufficio Comunicazione e progettazione del Teatro Comunale Abbado, ha moderato l'incontro. Incontro concluso con 'sorpresa', in sala, si è presentato Adriano Franzolin, ferrarese con origini veneziane già titolare della “Golf shoes”, fabbrica artigianale di scarpe da golf, mostrando la calzatura che coniò per Reagan e i ringraziamenti ricevuti dallo stesso presidente americano.
Il direttore del tg2 ha sondato la storia del 40esimo presidente americano e le sfide che si trovò ad affrontare (la crisi degli anni '70, il post-Vietnam, il Sudamerica, la corsa agli armamenti nucleari) ricercando "la cassetta degli attrezzi" per giudicare il presente. "Reagan ereditò una situazione disastrosa e un Occidente in forte depressione, arrivando a gestirla forte di un'esperienza importante come governatore della California per due mandati. E proprio da governatore riuscì a strappare alla povertà tanti cittadini, facendoli uscire da un sistema basato fondamentalmente sui sussidi per offrire loro la prospettiva di un lavoro. È una situazione che riporta all'attualità, penso al dibattito sul reddito di cittadinanza".
E poi, tra gli argomenti toccati, la politica fiscale ("Reagan aderì alla teoria della curva di Laffer: se la pressione fiscale è esasperante le persone non lavorano più.
La chiusura della serata è stata una ulteriore occasione per una riflessione sui tempi moderni: "Qual è il male del nostro tempo? A mio avviso è il Partito unico del politicamente corretto - ha detto Sangiuliano -, in base al quale non si può più fare nulla, più dire nulla. È un blocco rispetto alle grandi potenzialità che abbiamo come Paese". Anche per Sgarbi ci sono stati tutti gli elementi per un ritorno al presente: "Gli americani hanno visto in Reagan un non-politico che parlava la lingua dei cittadini riuscendo ad abbassare le tasse e a migliorare le condizioni di benessere sociale dei più deboli. Da questo punto di vista il modello di Reagan e quello di uno Stato che non è rapace e che è in grado di limitare in maniera ragionevole la tassazione è attuale. È stato di più che un grande socialista perché ha interpretato le esigenze reali del popolo: il lavoro va premiato con la detassazione". Anche Lazzarini ha concordato nel considerare la dottrina di Reagan oltre gli schemi attuali destra-sinistra, con il suo "conservatorismo che ha guardato al dopodomani". Il sindaco Fabbri ha ringraziato tutti "per questo viaggio nel passato alla ricerca degli elementi per giudicare e affrontare il presente" e ha detto: "La storia di grandi presidenti nati e cresciuti dal 'basso' dimostra il valore dell'amministrazione locale, del contatto diretto con i cittadini, che in un sistema virtuoso deve essere riconosciuto e valorizzato. Questo ritengo che sia il primo e vero valore della politica".
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Giugno 2021, 13:13
© RIPRODUZIONE RISERVATA