Corona e royal family, l'impresa di Carlo

Nel suo nuovo libro Enrica Roddolo traccia il ritratto del re: «Tenterà di ricucire con Harry e Meghan»

Corona e royal family, l'impresa di Carlo

di Elena Fausta Gadeschi

Il costituzionalista Walter Bagehot era convinto che si dovessero aprire le finestre dei palazzi alla modernità, senza spezzare con la luce del sole la “magia” della royal family. Un’impresa riuscita per Enrica Roddolo che nel suo nuovo libro «Carlo III. Il cuore e il dovere del re» racconta l’immagine del sovrano privato e del monarca pubblico in tutta la sua fascinazione. 

Partiamo dal titolo, come si concilia il cuore e il dovere di un re? 

È la grande sfida di ogni sovrano e Carlo farà del proprio meglio per tenere insieme famiglia e monarchia, esercitando la propria indole di pacificatore e networker. 

Che incoronazione ci aspettiamo? 

A un’incoronazione low profile non ho mai creduto, ma Carlo è consapevole del momento storico. Per cui sarà una celebrazione solenne, ma rispettosa del contesto. 

I Sussex ci saranno? 

Il re farà di tutto per avere Harry e Meghan a Londra e sono convinta che ci sarà un percorso di ricostruzione del rapporto, che Carlo desidera con tutto se stesso.  

Sarà un re interventista? 

Carlo ha un’opinione chiara su tutto. Rispetterà i limiti di non ingerenza negli affari di governo, ma sarà molto presente sui temi caldi dell’agenda politica, a partire dalla crisi climatica. 

Cosa ti ha colpita di più di Carlo quando l’hai incontrato di persona? 

La sua grande competenza nelle materie che gli stanno a cuore: dall’arte alla sostenibilità.

Studia i dossier nei minimi dettagli, in un certo senso è un sovrano letterato. Ma anche l’abbigliamento, maniacalmente curato e la sua voce profonda – diversa da quella squillante e cristallina della regina –, che rispecchia la profondità dei suoi pensieri e delle sue convinzioni.

E di Elisabetta e Filippo? 

Fui invitata a un Garden Party reale a Buckingham Palace e notai questa abilità della regina di mettere a proprio agio le persone. Era capace di parlare con l’indigeno dell’Amazzonia e l’astronauta sulla luna. Nel suo lungo regno ha incontrato il mondo e per ciascuno aveva le parole giuste per metterlo a proprio agio. E poi ricordo che Filippo era sempre un passo indietro rispetto alla regina. Rassegnato a questo ruolo di secondo piano, la seguiva con i suoi occhi e monitorava che tutto fosse a posto. Senza il principe, che era un grande comunicatore, Elisabetta non avrebbe mai pronunciato i discorsi di Natale in televisione né avrebbe mai preso l’aereo perché fino ad allora si considerava disdicevole che una sovrana viaggiasse con un mezzo “così plebeo”. Filippo era un grande modernizzatore e la guidò per mano in questo percorso.

Come mai la royal family affascina tanto? 

È il fascino di una grande favola contemporanea. In un’epoca attraversata da guerre e crisi economiche, interpreta una parte di sogno ed evasione per tutti noi. La monarchia britannica, in particolare, identifica quel mondo musicale, di tendenze e di costume che ci ispira costantemente. È una fascinazione culturale. 

Enrica Roddolo, Carlo III. Il cuore e il dovere del re, Cairo, 285 p, 18 euro 


Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Febbraio 2023, 13:35
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