Casa Florio, ultimo atto: in libreria «L'inverno dei leoni», Stefania Auci tenta di bissare il successo del primo volume (650mila copie)

Casa Florio, ultimo atto: in libreria «L'inverno dei leoni», Stefania Auci tenta di bissare il successo del primo volume (650mila copie)

di Totò Rizzo

Dove eravamo arrivati? Al punto in cui un libro d’esordio, scritto da un’insegnante di sostegno appassionata di storia siciliana, era diventato, nell’estate 2019, un caso letterario, che aveva sorpassato in classifica Camilleri e Stephen King, quella stessa classifica dove ha finora soggiornato per oltre 100 settimane arrivando a 650 mila copie vendute e già tradotte o in corso di traduzione in 32 Paesi del mondo, diritti televisivi famelicamente opzionati. De “I leoni di Sicilia” – il titolo di quel volume dedicato alla storia della famiglia Florio – è uscito ieri il sequel, “L’inverno dei leoni”, stessa autrice, Stefania Auci, rimasta coi piedi per terra a fare l’insegnante, oltre che la mamma e la moglie. Moltiplicandosi, ovviamente, auricolare dello smartphone incollato alle orecchie, tra un’intervista a quotidiani e riviste e il planning dei firmacopie in tutta Italia, tra una prenotazione aerea comunicata dall’ufficio stampa della casa editrice (Nord) e un’apparizione in tv.

Auci, lo ammetta, stanotte non ha dormito pensando a quanta gente si è riversata ieri nelle librerie per “L’inverno dei leoni”.

«Sarò sincera, ho dormito ma per la stanchezza del primo firmacopie, da Modusvivendi a Palermo. Certo, sono anche eccitata, sarei insincera se dicessi che il peso dell’aspettativa non lo avverto. Ma nessuna smania di cifre: non mi passa per la testa, per esempio, di chiedere in casa editrice quante copie sono state vendute ieri».

Nel primo volume l’ascesa dei Florio, arrivati in Sicilia quasi in povertà dalla Calabria e diventati, tra mille peripezie, imprenditori di successo e all’avanguardia. In queste nuove 688 pagine?

«Altri 70 anni della saga della grande famiglia ma in un contesto europeo, quello per cui, grazie anche ai Florio, Palermo diventò una delle capitali della cosiddetta belle époque, una città vivace, cosmopolita, che ospitava regnanti, artisti, uomini d’affari. Ma anche in un contesto politico perché non bisogna dimenticare che Ignazio Florio senior fu pure senatore del Regno. Il dominio industriale si intrecciava ai delicati equilibri, ai compromessi romani. E poi la figura del figlio, Ignazio junior, che vede piombare il peso del potere della famiglia sulle sue spalle da giovanissimo.

E nel mezzo c’è un mondo che cambia: le nuove forze sociali, i movimenti operai e la Grande Guerra che sembrava un conflitto breve e invece durò anni. L’Europa cambiò volto, l’aristocrazia e la borghesia non seppero reggere all’urto di tutto questo e molte fortune subirono tracolli».

Ci sono due figure femminili fondamentali ne “L’inverno dei leoni”.

«Direi emblematiche di una nuova consapevolezza che la donna ha di sé: Giovanna, moglie di Ignazio senior, e Franca, la mitica donna Franca, consorte di “Gnazzìddu”, quasi una regina, a Palermo. Due coppie contradittorie: la prima perfetta, granitica anche se nel romanzo compare un elemento di rottura che è frutto però della mia fantasia; la seconda apparentemente felice ma distante, già in frantumi, lui immaturo e arrogante, lei perspicace e ambiziosa, ma è rischioso parlare di colpe».

Anche stavolta storia documentata ed elementi “romanzati”.

«Ma su tutto il rispetto delle cronache del tempo. I personaggi o gli episodi “romanzati” sono sempre e soltanto funzionali a far risaltare caratteristiche delle persone realmente vissute e delle vicende che hanno attraversato».

In questo secondo capitolo lo stesso afflato del primo, ovvero il romanzo popolare.

«Sono restia a classificare per generi. Spesso mi sono chiesta chi siano stati i lettori del primo romanzo e ho casualmente scoperto che c’era una platea trasversale che andava dal consumatore abituale di narrativa a chi non aveva mai letto un libro, dalla persona matura ai giovani youtuber. È un successo che ha camminato sulle proprie gambe».

Cala il sipario sulla saga dei Florio?

«Sì, scrivo la parola fine con questo secondo volume».

E il futuro?

«Ho già in mente qualcosa di nuovo con cui mi piacerebbe cimentarmi».

Ancora storie di famiglie?

«Ogni storia individuale si porta dietro inevitabilmente la storia di una famiglia».

Ipotizzi un altro clamoroso successo con il libro appena uscito: sulla carta d’identità fa finalmente scrivere scrittrice al posto di insegnante?

«Ma non ci penso nemmeno: guai a chi mi tocca la scuola e i miei alunni».


Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Maggio 2021, 09:42
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