Otranto, i fratelli Cariddi dal carcere chiedono di parlare con i pm

L'inchiesta sul "sistema": i fratelli Cariddi rompono il silenzio e chiedono di parlare con i pm

di Roberta GRASSI

I due fratelli Luciano Cariddi e Pierpaolo Cariddi, in carcere dal 12 settembre scorso, hanno deciso di rompere il silenzio. È stata infatti formalizzata una richiesta di interrogatorio ai pm da parte degli avvocati difensori che hanno deciso di non formulare ricorso al Tribunale del Riesame (oggi la scadenza dei termini per presentarlo). 

 

Luciano Cariddi

I due si trovano in carcere

I due, l'uno ex sindaco, l'altro sindaco in carica ma dimissionario di Otranto, sono conivolti con ruolo di protagonisti nella maxi inchiesta in cui sono contestate ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, alla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, al falso ideologico, frode in processo penale e depistaggio, concussione, turbativa d’asta, rivelazione del segreto d’ufficio, nonché truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea.

Il sistema

Dieci in tutto le persone per cui quindici giorni fa è stata spiccata un'ordinanza di custodia cautelare dal gip Cinzia Vergine, su richiesta del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e delle pm Giorgia Villa e Roberta Licci. In otto sono finiti ai domiciliari. I Cariddi, che secondo le ipotesi accusatorie avrebbero creato un vero e proprio sistema, un giro di permessi e atti amministrativi pilotati in cambio di favori per lo più elettorali, durante l'interrogatorio di garanzia avevano deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, considerata l'enorme mole di atti contenuti nel fascicolo d'inchiesta e la complessità del provvedimento cautelare, lungo più di 900 pagine. Il quadro è più chiaro, trascorse due settimane.

E attraverso i legali Gianluca D'Oria, Alessandro Dello Russo; Michele Laforgia e Viola Messa, è giunta in procura la richiesta di interrogatorio. 

Pierpaolo Cariddi 

Il Riesame 

Ha formulato ricorso al Riesame, l'imprenditore Luigi Bleve, per il tramite dell'avvocato Roberto Rella chiedendo la revoca della misura. Così come Roberto Aloisio, 50 anni, di Maglie, componente dell’Ufficio Tecnico comunale, difeso dagli avvocati Carlo Viva e Francesco Romano; riesame anche per Marco Maggio, 40 anni, di Cannole e per l’imprenditore dei supermercati Salvatore Giannetta, 63 anni, di Minervino, difesi da Luigi Corvaglia. Hanno scelto di non ricorrere al Riesame, invece, Roberto De Santis, 64 anni, di Martano (avvocato Giuseppe Fornari), Emanuele Maggiulli (avvocati Luigi Covella e Antonio Quinto), il geometra in pensione Giuseppe Tondo, 69 anni, di Otranto, ex componente dell’Ufficio Tecnico (avvocato Corrado Sammarruco). 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Settembre 2022, 21:22
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