Ucraina, altri 44 profughi nel Salento. All'arrivo applausi e lacrime - VIDEO

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di Maria Grazia FASIELLO

È salita su un treno che da Odessa l'ha condotta a Leopoli. Un minibus avrebbe dovuto aiutarla ad oltrepassare il confine, ma alla dogana è stata costretta a scendere e percorrere a piedi l'ultimo tratto fino a Medyka, villaggio polacco che sorge alla frontiera con l'Ucraina. Marina, disabile, ha camminato con grande fatica sotto la neve, fino a trovare riparo nelle tende allestite dai soccorritori. E lì ha incontrato Sabrina, una volontaria partita da Poggiardo, in provincia di Lecce, che insieme al marito Ugo Longo e a Giorgio Guglielmo ha organizzato un pullman che è riuscito a raggiungere il confine e far salire a bordo Marina insieme ad altre 43 persone, in tutto 25 donne e 18 bambini.

 

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Dopo un viaggio estenuante, sono arrivati a destinazione in Italia venerdì sera, poco prima di mezzanotte, accolti da un applauso scrosciante nella piazza di Strudà, frazione del Comune di Vernole, pochi chilometri a sud di Lecce. Di fronte hanno trovato i cancelli aperti della struttura sanitaria ex Opis pronta ad ospitarli grazie al lavoro degli operatori Asl, Sanità Service, Caritas e dei numerosi volontari del posto. Appena scesa dai gradini del bus, Marina ha potuto riabbracciare sua figlia Yulia, partita da Brescia, dove vive e lavora. «Io e mio marito ci siamo messi in macchina - dice Yulia - Eravamo pronti ad andare in Polonia, ma poi i piani sono cambiati. Direzione Lecce. Trovare questi volontari è stata una fortuna, ora porterò finalmente mia madre in un posto sicuro». Le operazioni di accoglienza sono state coordinate dalla Prefettura di Lecce. Gli operatori sanitari hanno fornito le prime cure mediche e il personale dell'Asl ha sottoposto i profughi al tampone per l'accertamento di eventuali positività al Covid (due rilevate).

 

Le associazioni in campo

Le ospiti - 24 spostate già nel corso della notte presso Masseria Ghermi - osserveranno un periodo di autosorveglianza e saranno poi accompagnate presso i Cas della provincia, Centri di Accoglienza Straordinaria, secondo le indicazioni della Prefettura. Al loro arrivo erano presenti anche il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, il direttore generale della Asl Lecce Rodolfo Rollo, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, l'amministratore di Sanità Service Luigino Sergio e il sindaco di Vernole Francesco Leo. Ma l'iniziativa dei volontari di Poggiardo ha attivato un circolo di solidarietà. Fin dalle prime ore della mattina diverse associazioni del territorio si sono adoperate per raccogliere beni, giocattoli, coperte, pannolini, culle e biancheria da letto. L'associazione Nuovi Orizzonti di Strudà ha allestito un gazebo e atteso per ore l'arrivo dei profughi a cui sono state offerte bevande calde, oltre a cioccolatini, giocattoli, quaderni da colorare e pastelli ad ogni bambino. In tutto 18, di età compresa tra pochi mesi e 16 anni. Il movimento Alta Vernole ha collaborato alle operazioni di prima accoglienza, ha offerto il supporto di una interprete di nazionalità ucraina e, nella giornata di ieri, ha fornito accesso ad una rete Wifi per le donne della struttura che avevano bisogno di leggere notizie e mettersi in contatto con i propri familiari. Sono state installate anche due lavatrici per permettere alle ospiti di lavare gli abiti, come da loro richiesto. «Solo pochi giorni fa - spiega Riccardo Longo, Alta Vernole - abbiamo presentato al direttore Rollo più di 600 firme per la riqualificazione dell'ex Opis di Strudà. Abbiamo acceso un faro su questa struttura che oggi ha potenzialità per ospitare persone che fuggono dalla guerra». L'edificio - ex Crap, Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica della Asl, da cui negli anni 70 è partita una delle più avanzate terapie per degenti affetti da disturbi psichiatrici - è stato ripulito e rimesso a nuovo nel giro di poche ore, grazie al lavoro instancabile degli operatori di Sanità Service.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Marzo 2022, 07:16
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