Coronavirus, che estate sarà? L'epidemiologo: «Avanti così fino a maggio. Addio solite vacanze»

Che estate sarà? «Avanti così fino a maggio. Addio solite vacanze»

di Cristiana Mangani
Le vacanze estive: l'orizzonte verso il quale gli italiani reclusi per contrastare l'epidemia da coronavirus, guardano con grande speranza. Nel decreto legge emanato dal presidente della Repubblica, però, viene ribadito che le misure saranno rimodulate - aumentate o diminuite - in base alla diffusione di questo mostro invisibile. E il tutto potrà andare avanti anche fino al 31 luglio, data fissata come possibile fine dell'emergenza già a gennaio, quando la malattia ha fatto la sua apparizione. Allora la prospettiva di andare in ferie prende un'altra piega. «È difficile dire quanto potrà durare l'epidemia - spiega il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell'università di Siena - perché il virus è davvero imprevedibile. Quello che si sta facendo ora in Italia, con le chiusure e i divieti, mi pare un buon compromesso. E forse potremo avere dei buoni risultati intorno ad aprile-maggio, mantenendo un livello di chiusura ancora piuttosto alto».

 

Coronavirus, quando arriva il picco

Di certo, però, difficile immaginare che possa scattare un'ora x dalla quale si torna di nuovo tutti liberi. Di assembrarsi, di mangiare il pescetto al mare, di partire per il resto del mondo. «Il nostro riferimento scientifico resta la Cina, Hubei - chiarisce l'esperto - La situazione si è risolta in sei settimane. Tutto chiuso per 60 milioni di cittadini, anche se l'altro miliardo di abitanti ha continuato a produrre per portare il cibo, le attrezzature sanitarie e tutto quanto servisse a chi stava nella zona rossa».

I dati di ieri parlano di una leggerissima flessione nei contagi, anche se i decessi restano elevati. «Il buon segno è che non ci sia una crescita della diffusione - sottolinea ancora Lopalco - I morti continueranno a esserci, perché sono quelli che si sono contagiati otto giorni fa. L'epidemia italiana è la sommatoria di tante epidemie, il grosso viene dalla Lombardia. E per essere certi che la situazione stia migliorando, non è tanto lí che bisogna guardare, quanto al trend delle altre regioni».

Oltre ai paesi del Nord, che sono quelli che stanno soffrendo maggiormente, nonostante i transfughi, Centro e Sud sembrano avere una diffusione contenuta. Per il professore, è su questo che bisogna insistere. «Io spero proprio che non si debba arrivare al 31 luglio con le chiusure attualmente in vigore - considera - E sono quasi certo che, presto o tardi, l'epidemia lombarda scenderà. Gli sforzi devono essere concentrati affinché non si crei un'altra Lombardia. Se parte un altro focolaio cambierà lo scenario. Altrimenti ci sarà la ripresa di alcune attività intorno all'estate».

L'epidemiolgo fa l'esempio di un atleta al quale dicono che deve prepararsi per i 200 metri, e poi gli fanno correre i 400. «A quel punto - sottolinea - è chiaro che non sarà pronto per affrontare la gara. Ma se una persona si allena per una maratona, poi non si troverà in difficoltà davanti a una mezza maratona. Ed è quello che dobbiamo fare noi, andare oltre, per evitare di trovarci impreparati. Il nodo cruciale adesso è capire che dobbiamo tenere duro almeno fino alla fine di maggio».
 

Coronaviru, pasqua a casa

Sarà una Pasqua di rigore, un primo maggio senza musica, ma forse si potrà sperare nell'estate. Anche perché c'è da fare i conti con tutti quegli invisibili che si aggirano per l'Italia diffondendo il virus. Asintomatici difficili da individuare. «È facile che siano circa 500 mila le persone che non presentano sintomi evidenti - precisa Lopalco - Tali numeri non vogliono dire, però, che l'epidemia sia fuori controllo: infatti, laddove si identificano i casi sintomatici e si effettua la ricerca di tutti i contatti procedendo dunque al loro isolamento anche se asintomatici, si determina una efficace interruzione della catena del contagio». Questo, sottolinea, «è il modello Sud-Corea di cui si parla tanto, solo che nel Paese asiatico si usano le app per tracciare mentre da noi c'è una efficace azione da parte dei dipartimenti di prevenzione che seguono e gestiscono le persone in isolamento».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Marzo 2020, 08:04
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