Scuola, troppi professori no-vax: Figliuolo sprona le Regioni

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di Francesco Malfetano

«Incentivare con ogni mezzo quella parte di operatori scolastici» che ancora non si sono vaccinati. A dettare le priorità in vista della riapertura delle scuole a settembre è il commissario per l’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo. In visita all’hub vaccinale dell’Acea e poi a quello della comunità di Sant’Egidio a Roma, il generale è infatti tornato sulla polemica del momento. E cioè sui 215mila lavoratori della scuola che da non ancora immunizzati costituiscono un problema in vista della ripartenza al 100% in presenza prospettata dal ministro dell’Istruzione Bianchi nei giorni scorsi. Un punto già ben evidenziato dal presidente dell’associazione presidi Antonello Giannelli: «il fatto che manchino all’appello ancora poco più di 200.000 lavoratori della scuola - ha dichiarato ieri - limita la capacità di arginare la diffusione del Covid19 e le conseguenze più severe del contagio e, di conseguenza, la possibilità di avere a disposizione elementi di sicurezza più robusti negli ambienti scolastici». 

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MORAL SUASION
Non è quindi un caso se Figliuolo ieri ha tenuto a precisare che «Sto riscrivendo a tutte le Regioni», perché «ce ne sono ancora 8-9 che sono sotto l’80%». «Bisogna cercare di fare di più - ha continuato - cercando di far capire a tutti gli operatori scolastici l’importanza» di vaccinarsi «non solo per se stessi, ma anche per la collettività».

Una moral suasion che decisamente non è necessaria nel Lazio dove - come ha specificato lo stesso commissario - «siamo al 99,8 per cento». Numeri dell’ultimo report settimanale alla mano, lo stesso vale per Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto: tutte abbondantemente al di sopra dell’80%, con picchi del 100% nelle Regioni guidate da De Luca e Fedriga. 

Al contrario a preoccupare il Commissario sono Calabria (ferma al 67%), Liguria (73%), Provincia autonoma di Bolzano (61%), Provincia autonoma di Trento (76%), Piemonte (76%), Sardegna (66%), Sicilia (56%), Umbria (74%). La lettera annunciata da Figliuolo con l’invito a fare di più è evidentemente indirizzata a loro. 
D’altronde «Settembre è dopodomani» come a spiegato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, la vaccinazione al personale scolastico non ancora immunizzato «deve essere fatta subito, adesso, l’ho già sollecitato.

Si farà a brevissimo. È un’opera di sensibilizzazione importante che deve prevedere, oltre la campagna, interviste, interventi». 

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LE REGIONI 
Dal canto loro però, le Regioni non è che siano propriamente felici del richiamo fatto dal Commissario, anzi lo contestano. Non ci sta ad esempio Mario La Rocca, direttore generale dell’assessorato alla Salute della Sicilia (regione fanalino di coda in questa classifica con il 56%). «Questo dato è figlio anche del piano vaccinale nazionale che ad un certo punto ha detto “non si vaccinano più le categorie prioritarie”, come il personale scolastico, per passare alle fasce di età. Probabilmente il nostro corpo insegnante è più giovane e quindi ha iniziato a vaccinarsi per ultimo dopo quel cambio di strategia». Esattamente la stessa opposizione fatta anche dalla Sardegna. «Quel dato è sottostimato - spiegano dall’assessorato alla Salute - nel senso che le vaccinazioni al personale sono iniziate prima che scoppiasse il caos AstraZeneca, dopo le categorie sono state accantonate in favore del criterio anagrafico e quindi gli insegnanti sono stati poi vaccinati per l’età ma quel dato è rimasto congelato». La pensa così anche il Piemonte. Dalla Regione però aggiungono: «Ragioniamo su iniziative ad hoc per spingere il personale scolastico ad aderire alla campagna ma la percezione è la stessa degli over60, quelli che vogliono che vaccinarsi lo hanno già fatto. Noi oggi non possiamo obbligarli». 
Non sono preoccupati invece in Umbria (al 74% circa), perché «Se avvicinandoci alla data della ripresa scolastica - fa sapere la Regione - ci sarà ancora un gap su cui agire, metteremo in campo comunicazioni specifiche», poi «noi facciamo 9mila dosi al giorno ma potremmo somministrarne il doppio, se il commissario le fa arrivare noi acceleriamo». 
 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Luglio 2021, 13:08
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