Vaccino nelle aziende, firmato il protocollo: ci sarà sempre il medico e adesione volontaria

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di Cristiana Mangani

Al via le vaccinazioni nei luoghi di lavoro. L’accordo sottoscritto tra parti sociali e i ministri Orlando e Speranza, prevede che i vaccini siano somministrati, a tutti i lavoratori indipendentemente dalle tipologie contrattuali, con il supporto dei medici aziendali e della rete Inail. Il confronto è durato oltre 7 ore. Alla fine è stata firmata un’intesa che consentirà a tutte le imprese, a prescindere dalle dimensioni, di vaccinare i dipendenti che vorranno farlo. La partenza del piano è prevista intorno a maggio e permetterà di superare il criterio per fasce di età. Anche perché, si suppone, che entro quella data gli over 70 saranno già tutti in sicurezza. 

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LE ADESIONI 
Le imprese che hanno aderito dovranno inviare all’Azienda sanitaria di riferimento il loro piano, specificando «il numero di vaccini richiesti per le lavoratrici e i lavoratori disponibili a ricevere la somministrazione, in modo da consentire all’Azienda sanitaria la necessaria programmazione dell’attività di distribuzione». Perché se la gestione dei costi sui luoghi di lavoro è «interamente a carico del datore, compresi i costi per la somministrazione», «la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe e aghi) e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti, è a carico dei Servizi sanitari regionali territorialmente competenti».

L’adesione alla somministrazione sarà su base volontaria. Nel «pieno rispetto - è scritto nell’accordo - della scelta rimessa esclusivamente alla singola lavoratrice e al singolo lavoratore, delle disposizioni in materia di tutela della riservatezza, della sicurezza delle informazioni raccolte ed evitando, altresì, ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti».

Le imprese più piccole potranno accordarsi con quelle più grandi o appoggiarsi alle strutture dell’Inail.

Inoltre, punto sul quale hanno molto insistito i sindacati: se la vaccinazione cadrà durante l’orario di lavoro, il tempo necessario per la somministrazione sarà equiparato a tutti gli effetti a quell’orario. Mentre conteranno come malattia i giorni successivi, necessari a smaltire eventuali effetti avversi.

Saranno operatori sanitari, preparati attraverso una piattaforma dell’Istituto superiore di sanità, a effettuare materialmente l’iniezione, mentre il medico competente si occuperà del triage preventivo sullo stato di salute. Dovranno essere idonei anche i locali dove somministrare il vaccino, con le zone necessarie in caso di reazione avversa. E per questa ragione, molte aziende che non dispongono di spazi adeguati, potranno ricorrere «a strutture sanitarie private e concludere una specifica convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione, con oneri a proprio carico, ad esclusione della fornitura dei vaccini che viene assicurata dai Servizi sanitari regionali». Se l’azienda, poi, non ha il medico competente «potrà avvalersi delle strutture sanitarie dell’Inail. In questo caso, trattandosi di iniziativa vaccinale pubblica, gli oneri resteranno a carico dell’Inail. 

RESPONSABILITÀ PENALE
Nel testo si richiama anche il recente decreto Covid con cui è stata esclusa espressamente la responsabilità penale degli operatori sanitari per eventi avversi nelle ipotesi di uso conforme del vaccino. Le imprese che già hanno aderito alla campagna sono 7.500. Anche le banche, ha fatto sapere l’Abi, potranno vaccinare i propri dipendenti che lo vorranno quando le dosi di vaccino saranno disponibili.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Aprile 2021, 09:41
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