Un bagno da 2,5 miliardi di euro. Niente affatto gradevole, però. L'aumento dei contagi e le voci che si rincorrono su possibili, nuove, restrizioni, rischiano di affondare quel poco di ripresa che l'industria del turismo sognava per questa stagione dopo il crollo dello scorso anno. I dati parlano di una decelerazione del 50% delle prenotazioni nell'ultima settimana, mentre si registra un aumento, non ancora quantificabile, delle disdette.
L'INCUBO
Così gli esperti cominciano a fare i conti scoprendo che si rischia di tornare a rivivere l'incubo del 2020. «Non possiamo continuare allo sbando, il turismo è a pezzi» si sfoga il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Vittorio Messina, riassumendo lo stato d'animo delle imprese del settore, dopo la recrudescenza dei contagi dovuti alla variante Delta che avrà, a suo giudizio, «un impatto devastante».
Turismo, trend disastroso
Messina non nasconde le preoccupazioni per le probabili restrizioni che saranno necessarie per contenere i contagi: «Queste voci arrecano sicuramente un danno, non soltanto invogliando a cancellare le prenotazioni ma rappresentano anche una battuta d'arresto per quello che ormai è il trend di quest'anno, il turismo di prossimità». Secondo le valutazioni di Assoturismo, la decrescita delle prenotazioni e le disdette provocheranno, appunto, mancati incassi per 2,5 miliardi tra la fine di luglio e il mese di agosto facendo fallire l'obiettivo indicato per questa estate: 12 miliardi.
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Se le cose andassero davvero in questo modo, alla fine della stagione, ci sarà un meno 20% di fatturato rispetto alle previsioni, tanto da riportare le lancette indietro di 12 mesi. Un vero disastro, insomma. Per il presidente di Assoturismo, «la salute viene al primo posto, e noi non puntiamo ad essere aperti oggi per poi chiudere domani. Ma vogliamo un quadro di certezza e maggiore programmazione: purtroppo, dovremmo convivere con questo virus». Per Messina, con l'impennata dei nuovi casi, il turismo sicuramente calerà e «noi daremo un messaggio negativo all'estero di un Paese che ancora non riesce a gestire questo dramma». E per un settore come quello del turismo che rappresentava finora il 13,5% del Pil, «il danno economico sarà notevole».
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Alcune settimane fa Assoturismo aveva calcolato che quest'estate il sistema ricettivo potesse ambire a 33 milioni di arrivi, per un totale di 140 milioni di pernottamenti complessivi (il 20,8% in più rispetto al 2020), di cui 34,8 milioni legati a presenze straniere. Ma il tutto a condizione che la zona bianca resistesse almeno fino a settembre. Una ipotesi che adesso appare come un miraggio.
LE PRENOTAZIONI
Anche Confindustria è preoccupata. «Stiamo assistendo ad uno stallo del ritmo delle prenotazioni perché la gente e' in attesa di capire come evolve la situazione dei contagi e non fa programmi» ragiona Marina Lalli, presidente di Federturismo, spiegando che «si tratta di un problema molto serio perché avevamo messo in conto quest'estate un calo di presenze del 50% sul 2019 ma se la variante Delta ci farà tagliare queste stime, allora noi non reggiamo più.
Al momento, gli alberghi delle località balneari sono pieni all'80%, ma scontano l'assenza dei turisti americani, che sono tra i maggiori contributori alla spesa turistica straniera. Diversa la situazione nelle città d'arte, dove attualmente gli hotel registrano in media una camera occupata ogni quattro, troppo poco per riuscire a resistere ancora a lungo.
Qualche notizia positiva c'è: ad esempio alle isole Eolie si registra il tutto esaurito ed i mezzi di collegamento marittimo sono segnalati quasi sempre pieni. Ma il quadro generale resta di grande preoccupazione. «Per il momento l'Italia è ancora percepita come una meta relativamente sicura, però le nuove prenotazioni sono ferme» osserva ancora la presidente di Federturismo, Lalli. La quale avverte che il turismo di prossimità non basta: «i viaggi degli italiani in Italia non saranno sufficienti a farci dire che il peggio è alle spalle».
Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Luglio 2021, 10:27
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