Caso Toti, Piero Angela: «Chi può resti a casa ma è impensabile rinchiudere le persone in base all’età»

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di Laura Larcan

«Anziano a 70 anni? Figuriamoci. Per me una persona a settant’anni è ancora giovane, non è classificabile proprio come anziana. Ha ancora molto da fare, da dire, da produrre, da condividere». Nel giorno della polemica sulle parole di Giovanni Toti, Piero Angela lo dice con l’entusiasmo nella voce, pesando le parole, come a rimarcare il giusto valore per questa “fascia d’età” generalizzata.
Tra le principali misure del nuovo Dpcm proposte e discusse in queste ore al vertice tra il governo spicca quella di limitare gli spostamenti solo per gli over 70. Lei cosa ne pensa?
«Bisogna innanzitutto capire nel dettaglio cosa prevede esattamente il nuovo decreto: quando parla di limitazioni per gli over 70. Preferirei fare un distinguo. Io, personalmente, da “over settantenne” già mi sono messo in lockdown di mia spontanea iniziativa. Esco cioé il meno possibile, ma lavoro tanto da casa. Poi, certo, devo poter andare alla Rai per registrare il programma. Quindi, se il decreto vieta gli spostamenti in modo generalizzato a tutti gli over 70 come un’unica categoria, mi trova contrario, perché forse corre il rischio di essere discriminatorio. Nel senso che gli over 70 che ancora hanno un’attività devono poter continuare a farla seppur con tutte le precauzioni e le norme anti-Covid. Se il decreto, invece, prevede una regolamentazione agli spostamenti degli over 70 che magari non lavorano, in questo caso specifico posso capirlo e condividerlo. In questa situazione particolare è il caso di stare il più possibile a casa».
Insomma, non serve molto ragionare in termini di mini-lockdown generalizzati per fasce d’età. L’importante è regolarizzare gli spostamenti per tutti?
«Guardi, come le dicevo, io già pratico il mio lockdown senza che nessuno me lo abbia imposto. In questo periodo sto lavorando da casa, sto preparando il programma. Vado in giro solo quando è strettamente necessario. Gli interventi che mi hanno coinvolto di recente li ho fatti tutti via Skype o su Zoom, lo stesso valga per i convegni. Certo, se uno poi per lavoro deve spostarsi, non può essere completamente limitato. Anche se ha 70 anni. Allora non potrebbe muoversi neanche il nostro presidente Mattarella. O i tanti parlamentari, gli accademici, i medici stessi».
Lei, che è uomo di scienza e di cultura, l’ha detto chiaramente, non considera affatto “anziani” gli ultra 70enni, è corretto?
«Partiamo dal presupposto che per me una persona a 70 anni è ancora giovane.

Se penso a me, a quando avevo 70 anni... ero una cavalletta. Scrivevo, viaggiavo, progettavo, e non sono il solo. A 70 anni c’è tanta gente che ancora lavora: un settantenne è ancora ampiamente produttivo. Ma anche a ottant’anni. Però, attenzione, è giusto che chi può in questo momento storico di pandemia faccia la sua parte: eviti i rischi».

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In che senso? Come pensa che si possano evitare i rischi?
«In questa situazione credo che le persone tendenzialmente non dovrebbero uscire, dovrebbero stare a casa il più possibile, senza certo stravolgere completamente la propria vita, le proprie abitudini, le proprie esigenze. Ma in generale tutti quanti, non solo quelli che hanno più di 70 anni. Tutti quelli che possono evitare condizioni potenzialmente a rischio, insomma, dovrebbero farlo. Oggi è fondamentale auto-regolarsi».
Lo scenario attuale la preoccupa?
«Viviamo in una fase di pandemia che ci chiede di essere cauti. Di fare qualche sacrificio. Bisogna essere intelligenti: lo dico nel nostro interesse personale ma anche per quello collettivo. Dobbiamo evitare di sovraccaricare un sistema sanitario che in questo momento è affaticato. Ma penso che anche le stesse limitazioni ai movimenti debbano essere disciplinate in modo intelligente. Penso, per esempio, agli ultra 70enni pensionati che vivono da soli. Chi si occupa di loro? Devono poter uscire per risolvere le loro necessità. Non si possono recludere senza buon senso. Ci vuole tolleranza».
Lei dice di essersi già messo in auto-quarantena. Come sta vivendo questa situazione di pandemia e come vede la possibilità di una limitazione ai suoi spostamenti?
«Ma guardi, devo dire che ho un lavoro che mi consente in questo momento di stare molto a casa. Qui io scrivo, leggo, studio, suono il pianoforte. Molte riunioni di lavoro le organizzo a casa mia. Insomma io mi sono già auto-limitato il più possibile in tutti gli spostamenti. E penso che tutti dobbiamo farlo. Non solo chi ha superato i settant’anni». 
 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Novembre 2020, 10:52
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