Torino, 'ndrangheta: due arresti per una faida del 2004

Nel maggio del 2021 i Ris di Parma si sono serviti di nuove tecnologie informatico-dattiloscopiche per analizzare alcuni reperti trovati vicino all'auto, bruciata che era stata adoperata per l'agguato.

Torino, 'ndrangheta: due arresti per una faida del 2004

Novità su un delitto della 'ndrangheta commesso 18 anni fa nel Torinese. Sono state eseguiti a Parma e a Reggio Calabria, due arresti ai danni di due persone che, secondo gli inquirenti, risultano affiliati al clan mafioso. La vittima uccisa uccisa l'11 luglio 2004 a San Mauro, alle porte di Torino, era Giuseppe Gioffré. Originario di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio Calabria), risiedeva nel paese e, secondo quanto ricostruito, il movente sarebbe da ricercare in una faida risalente agli anni '60. Uno dei due era già detenuto per altra causa a Parma.

Leggi anche > Torino, grandine come sassi: terrore e danni enormi

Le prime indagini, su cui hanno lavorato i Ris di Parma con nuove metodologie scientifiche, sono state svolte nell'immediatezza dell'omicidio e portarono alla condanna (21 anni di carcere) di Stefano Alvaro, considerato uno dei tre componenti del gruppo di fuoco. Nel maggio del 2021 i Ris di Parma si sono serviti di nuove tecnologie informatico-dattiloscopiche per analizzare alcuni reperti trovati vicino all'auto, bruciata che era stata adoperata per l'agguato. Nella ricostruzione degli inquirenti, la faida risale agli anni 60, quando Gioffrè, al termine di una disputa per ragioni commerciali, uccise due esponenti della cosca Dalmato-Alvaro.

Il procedimento è coordinato alla Dda del Piemonte. I carabinieri torinesi sono stati supportati, nella fase di notifica dei provvedimenti di custodia, dai colleghi di Reggio Calabria. 

C'è anche lo sterminio di una famiglia nella lunga storia del 'cold case' riaperto da carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia del Piemonte con un'indagine culminata nell'arresto di due persone. La vittima, Giuseppe Gioffrè, fu uccisa nel 2004, quando aveva 77 anni: qualcuno lo avvicinò mentre si trovava su una panchina e gli sparò alla testa. Nel 1964, quando gestiva un bar-panetteria in Calabria, fu arrestato per un duplice omicidio dai contorni rimasti misteriosi: si disse che si trattò di un caso di legittima difesa contro due cugini residenti in un paese vicino. Pochi mesi dopo, nella notte del 18 gennaio 1965, mentre era in cella, a Sant'Eufemia d'Aspromonte degli sconosciuti fecero irruzione in casa sua, dove la moglie, Concetta Iaria, dormiva con i quattro figlioletti, e spararono con lupare e pistola. La donna rimase uccisa insieme a uno dei bimbi (gli altri tre rimasero gravemente feriti). Una strage preparata con cura: furono tagliati i fili della luce per precipitare la zona nel buio. Gioffrè si trasferì in Piemonte nel 1972, si risposò e non fece più parlare di sé. L'ipotesi degli investigatori è che secondo la 'ndrangheta aveva pagato ancora troppo poco, nonostante la strage della sua famiglia, il suo antico sgarro.
 


Ultimo aggiornamento: Sabato 2 Luglio 2022, 15:27
© RIPRODUZIONE RISERVATA