Torino, maestra assolta dall'accusa di maltrattamenti sui bambini: «Tradita dai genitori e minacciata di morte»

Torino, maestra assolta dall'accusa di maltrattamenti sui bambini: «Tradita dai genitori e minacciata di morte»

Parla per la prima volta la maestra d'asilo di Rivoli (Torino) assolta dall'accusa di maltrattamenti ai danni dei bambini. «Spero che quest'incubo, durato due anni e mezzo, sia finito. Ora vorrei mettermi tutto alle spalle», spiega Patrizia Toro, 59 anni, una delle due educatrici di una scuola dell'infanzia che i giudici hanno riconosciuto come innocenti.

Assolte le due maestre della materna accusate di maltrattamenti

 

La maestra assolta: «Sono innocente, ho difeso 30 anni di lavoro»

«Sono stanca e ancora stralunata, sto metabolizzando ciò che è accaduto e le parole del giudice. Ho sempre saputo e ribadito di essere innocenti. In aula non ho respinto solo le accuse, ma ho anche difeso 30 anni di lavoro» - spiega Patrizia Toro al Corriere della Sera - «Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, ora ritrovo dignità, sicurezza e serenità. Ho iniziato a 19 anni, per 11 sono stata precaria, poi ho avuto la cattedra. Il rimprovero fa parte dell'educazione e del percorso di crescita in cui dobbiamo accompagnare i bambini. Spesso è necessario, perché per loro diventiamo anche delle seconde mamme».

 

 

«Tradita dai genitori e minacciata di morte»

«Il mio è un lavoro faticoso, ma i sorrisi e gli abbracci dei bambini ti ripagano di tutti gli sforzi.

La tempesta mi ha travolta all'improvviso, nessun gentiore si era mai lamentato né mi aveva mosso delle critiche. I bambini sono sempre stati felici di venire a scuola. Mi hanno accusato di aver urlato e strattonato i bambini? Il rimprovero è necessario, se i bambini sbagliano o hanno comportamenti pericolosi. Al rimprovero però devono seguire coccole e spiegazioni di cosa abbiano sbagliato» - continua Patrizia Toro - «Mi sento tradita e ferita da alcuni genitori. Si sono sempre mostrati gentili e premurosi, mi hanno invitato alla tradizionale cena di fine anno e mi hanno fatto anche donare dei pensierini dai bambini. Non capisco perché mi abbiano denunciato senza dirmi nulla. Sono ancora molto turbata, sui social sono stata minacciata di morte».

«Non vedo l'ora di rivedere i bambini»

«Ho dovuto subire una violenza inaudita, è stata dura soprattutto psicologicamente. All'inizio sono rimasta nella scuola fino alla fine delle indagini. La dirigente, i colleghi e la maggior parte dei genitori mi sono stati vicini e per me è stato importante. Una volta formalizzate le accuse, nel 2020 ho preso un anno di aspettativa: preferivo farmi da parte e raccogliere le idee» - conclude la maestra assolta - «Da gennaio sono tornata al lavoro, in un'altra scuola, perché nel frattempo il mio posto era già stato coperto. Ora sono serena, le famiglie mi dimostrano apprezzamento e fiducia. Ma non è stato facile: la sera tornavo a casa e temevo che questa vicenda potesse ripetersi. A settembre si ricomincia, con un altro spirito: sono felice di rivedere i miei piccoli allievi».


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Luglio 2022, 13:21
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