Sottrae mezzo milione a due parrocchiane, la difesa di don Paolo: «Ho esagerato nell'aiutare le persone»

Don Paolo Bianciotto si difende dalle pesanti accuse spiegando: "Ho dato soldi a parecchia gente che ne aveva bisogno. Per farlo ho dovuto però rivolgermi a chi di soldi ne aveva"

Sottrae mezzo milione a due parrocchiane, la difesa di don Paolo: «Ho esagerato nell'aiutare le persone»

di Niccolò Dainelli

È accusato dalla Procura di Torino di aver circuito due sue parrocchiane, sottraendo loro beni per un valore di mezzo milione di euro. E don Paolo Bianciotto, parroco di Madonna di Fatima a Pinerolo, si difende così dalla pesante accusa: «Ho esagerato nell'aiutare le persone».

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L'inchiesta

 


Secondo quanto raccolto dalla Guardia di Finanza di Pinerolo, il parroco, che si proclama innocente, avrebbe fatto pressioni sulle due parrocchiane per fare corpose donazioni, approfittando del suo ruolo e del rapporto che si era creato, oltre che della loro fragilità. Poi, però, quei soldi sarebbero stati gestiti da don Paolo che li avrebbe fatti transitare sui propri conti correnti. I soldi, adesso, si trovano sotto sequestro da parte della Guardia di Finanza. E per il parroco sono scattate le accuse di circonvenzione di incapace e appropriazione indebita. 

Le indagini

Secondo le indagini, avviate diversi mesi fa e riferite a fatti risalenti ad anni passati, il parroco si sarebbe reso protagonista di un giro di bonifici e prelievi sui conti intestati alla parrocchia e a una associazione che presiede facendoli transitare su suoi conti. Ma, oltre ai movimenti bancari sospetti, sono spuntati anche i messaggi che il parroco, che gestisce la parrocchia da oltre 40 anni, scambiava con le due parrocchiane. Una delle due, infatti, si era convinta a donargli tutti i soldi guadagnati dalla vendita di un immobile, mentre l'altra addirittura gli avrebbe affidato l’intera gestione dei conti. Don Paolo non nega di aver ricevuto i soldi, ma rigetta le accuse di aver circuito le due fedeli e di essersene approfittato per fini personali. «Ho dato soldi a parecchia gente che ne aveva bisogno, compresi alcuni sacerdoti per interventi sugli edifici di culto. Per farlo ho dovuto però rivolgermi a chi di soldi ne aveva», ha spiegato infatti il prete a L'Eco del Chisone.

La diocesi collabora

Il vescovo di Pinerolo, Monsignor Derio Olivero, nel frattempo ha fatto sapere di aver appreso delle indagini e che la diocesi sta collaborando con gli inquirenti, ma prima di condannare attende la sentenza. «Mi sono subito mosso per vigilare. Nessuno è colpevole prima della sentenza, per cui vale la presunzione di innocenza, sempre.

Attendiamo che la giustizia faccia il suo corso. La diocesi si mette a disposizione garantendo la massima disponibilità e collaborazione affinché si faccia chiarezza sulla vicenda», ha voluto sottolineare il vescovo.


Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Marzo 2023, 01:19
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