Torino, morto il tassista pestato a sangue: Lino, 63 anni, era in coma da quattro mesi

Pasquale Di Francesco, 63 anni, era stato aggredito dagli amici di una cliente che non gli aveva pagato una corsa

Torino, morto il tassista pestato a sangue: Lino, 63 anni, era in coma da quattro mesi

Dramma a Torino. È morto, dopo quattro mesi di coma, Pasquale Di Francesco, detto Lino, il tassista che a giugno era stato vittima di un pestaggio sul lavoro. Ad annunciarlo una nota sindacale dei colleghi di Ritaxi, che ricordano che, tra la categoria, negli ultimi undici anni siano stati cinque i tassisti uccisi sul lavoro.

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Il dramma di Lino, il tassista ucciso

Pasquale Di Francesco, 63 anni, che gli amici e i colleghi chiamavano Lino, nel giugno scorso era stato pestato dagli amici di una cliente, a cui si era rivolto per ottenere il pagamento di una corsa avvenuta precedentemente. Dopo il pestaggio, il tassista era stato medicato all'ospedale Molinette, poi era stato dimesso e aveva presentato una denuncia. Pochi giorni dopo, però, le sue condizioni erano improvvisamente precipitate ed era finito in coma. È morto lo scorso weekend, ma la Procura di Torino, che ha aperto un fascicolo sul caso, ha bloccato i funerali per disporre l'autopsia e accertare eventuali cause e responsabilità sull'accaduto.

L'allarme

Ritaxi ricorda, oltre a Lino, anche gli altri tassisti uccisi sul lavoro negli ultimi undici anni: Luca Massari, Alfredo Famoso, Gino Ghirelli e Antonio Dodaro. «Non erano dei tassisti, erano persone, con le loro vite, le loro gioie e i loro dolori, le loro famiglie, gli affetti, gli amici», si legge nella nota sindacale.

«Non è possibile che ogni due anni, lavoratori che passano gran parte della loro giornata alla guida, ossia l'ambiente lavorativo più insicuro per eccellenza, abbiano più morti di morte violenta che non per incidente» - spiega invece Claudio Giudici, presidente nazionale Uritaxi - «C'è una vergognosa responsabilità sociale, primariamente mediatica, di sciacalli, ignoranti cercatori di visibilità, vendita di copie, polarizzazione dell'opinione pubblica, che crea un tal odio sociale che poi sfocia in atti di violenza contro gli operatori e le operatrici di questo settore.

Questo è un tema che come categoria dobbiamo seriamente affrontare».


Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Ottobre 2022, 21:02
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