Terremoto Mugello, due faglie risvegliano la zona: «Torna l'eredità devastante del 1542»
di Valentina Arcovio
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TERRITORIO
«Non ci sono ancora elementi certi - spiega il direttore dell'Osservatorio Nazionale Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Salvatore Stramondo - per stabilire che si tratti della stessa faglia che si è attivata nel 1542. Quello che al momento notiamo è che i terremoti in corso avvengono a ridosso dell'area colpita nel 1542, a soli 8-10 chilometri a Nord-Ovest». Ma sappiamo che, entrambe le faglie, possono generare sismi molto forti. «Infatti, nell'area del Mugello possiamo aspettarci terremoti di magnitudo molto più elevata di quella che ha caratterizzato la scossa di ieri mattina», dice Andrea Billi, geologo e direttore dell'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Igag-Cnr).
Non a caso il Mugello è notoriamente una delle aree sismiche del nostro Paese, anche se di categoria 2, cioè media. «L'Appennino - spiega Billi - è sottoposto a una trazione orizzontale, una forza che tende a creare fratture come è successo nel recente passato con i terremoti avvenuti ad Amatrice e a L'Aquila». Il meccanismo che genera i terremoti negli Appennini è di tipo estensionale, nel quale la crosta terrestre si distende nell'area compresa tra la costa tirrenica e quella adriatica. In pratica è come se in questo punto il nostro Paese tendesse a squarciarsi.
CARATTERISTICHE
Si tratta di una tipologia di movimento che solo nel Mugello, negli ultimi 10-12 anni, ha generato almeno tre sequenze sismiche con terremoti di magnitudo superiore a 4,0. E' accaduto nel 2008 con due scosse di magnitudo superiore a 4,0 e una sequenza prolungata nel tempo, con circa 180 eventi. Poi è successo nel settembre 2009, quando un terremoto di magnitudo 4,2 è stato accompagnato da 70 repliche. E infine è accaduto nel 2015 quando si è registrato un sisma di magnitudo 4,3. «Non c'è quindi da stupirsi di quest'ultimo terremoto», sottolinea Billi. «Anzi considerati i nostri documenti storici possiamo dire che sarebbe potuta andare peggio. Ma non abbiamo gli strumenti che ci possano dire se ci sarà un altro terremoto di magnitudo più alta di 4,5», ribadisce Billi.
L'unica cosa su cui si è relativamente sicuri è che la terra non smetterà di tremare tanto presto. «L'area del Mugello è nota per dare sequenze sismiche ricche di eventi», afferma Antonio Piersanti, sismologo dell'Ingv. Già numerose sono le scosse di assestamento registrate ieri. «Ci attendiamo che continueranno nei prossimi giorni», aggiunge l'esperto dell'Ingv.
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Dicembre 2019, 13:22
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