Spostamenti tra regioni, dubbi sulla riapertura di Lombardia e Piemonte: qui i due terzi dei nuovi contagi

Video

di Simone Canettieri e Marco Conti
Lombardia e Piemonte. Sono sempre queste due regioni a «preoccupare» il governo in vista del 3 giugno, quando si allenteranno le ultime maglie sulla mobilità. La decisione finale è attesa tra venerdì e sabato con le pagelle del ministero della Salute: il meccanismo messo in piedi dal ministro Roberto Speranza dirà, sulla base di 21 parametri, quali saranno i territori che potranno uscire dall'isolamento.

Viaggi, l'epidemiologo Lopalco: «Regioni a rischio, prima di spostarsi operazione verità sui numeri»

​​Coronavirus, ​​in Italia 92 morti e 300 nuovi casi: mai così pochi dal 29 febbraio
 


LA VIA
Ovvero se finalmente potrà scattare la mobilità tra una regione e l'altra. Evenienza al momento contemplata solo per motivi di lavoro, salute o di stretta necessità, e con tanto di autocertificazione. Il responso dell'algoritmo sui rischi nelle regioni sarà fondamentale per dare dunque il via libera soprattutto alla stagione estiva. Dal ministero di Francesco Boccia sono ottimisti sul fatto che si arriverà a una via libera erga omnes, da quello di Roberto Speranza, invece, trapela molto cautela. In mezzo c'è il premier Conte, che ieri ha fatto il punto proprio con Speranza. Al momento Palazzo Chigi non può che guardare i bollettini della Protezione civile e quelli di ieri hanno confermato un trend che tutti conoscono: «In Italia la curva continua a piegarsi dal lato giusto», ha detto Speranza. Salvo sottolineare l'esigenza di «cautela».
D'altronde, anche ieri il numero dei nuovi contagiati in Italia proveniva per due terzi proprio da Lombardia e Piemonte. Con ben 8 regioni rimaste a zero casi. In vista del 3 giugno la decisione dell'esecutivo sarà complessa perché nei fatti dovrà autorizzare il possibile spostamento di decine e decine di migliaia di persone dalla Lombardia e dal Piemonte verso il resto d'Italia. Un rischio? Sulla carta sì. Ma non è detto che alla fine ci sia la volontà politica di fare distinzioni. Di sicuro, saranno i dati a parlare, mettono un po' tutti le mani avanti. Ma è anche vero che gli stessi dubbi sul Nord-Ovest si sono verificati per l'autorizzazione alle riaperture del 18 maggio sulle quali il governo ha deciso di muoversi in maniera omogenea, lasciando ai governatori mano libera. Ma facendo partire tutti dalla stesso piano.
La possibilità per i governatori di intervenire, magari inasprendo le linee guida del governo, resta sullo sfondo, ma preoccupa l'esecutivo soprattutto per gli effetti che avrebbe sul turismo. Dire ad un turista del Nordeuropa che può andare in alcune regioni sì e in altre no, sarebbe infatti paradossale e renderebbe ancor più complicato il lavoro che sta facendo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ieri ha chiamato il collega austriaco Alexander Schallenberg proprio per discutere della perdurante volontà dell'Austria di tenere i confini chiusi malgrado a Bruxelles la Commissione sia più volte intervenuta.

LA PROFEZIA
Il rischio che governatori e sindaci tornino a muoversi in ordine sparso, sull'onda dell'allarme per una possibile «seconda ondata» del Covid-19, è alto ed una conferma si ha in Campania dove il presidente della regione De Luca chiude i locali alle 23, mentre il sindaco di Napoli De Magistris, li apre anche di notte. Un caos che si nutre anche di allarmi, anche se a palazzo Chigi c'è chi comincia a dar ragione a Matteo Renzi che anche ieri ha ironizzato sui 151 mila posti letto di terapia intensiva che - secondo arguti studiosi - sarebbero serviti dopo l'avvio della fase2 di una settimana fa. Invece il contagio inizia a rallentare in maniera talmente netta da spingere il premier Conte ad un seppur cauto ottimismo sulla possibilità di un ulteriore allentamento delle restrizioni, concedendo a tutti - già dal 3 giugno - la possibilità di spostarsi tra regione e regione. Ieri sera anche di questo - oltre che di guardie civiche - si è discusso nella riunione della conferenza delle regioni convocata dal presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Obiettivo resta sempre quello di scuotere il governo affinchè arrivi all'appuntamento post festa della Repubblica, con linee guida chiare e in attesa solo dei dati del ministero della Salute relativi al monitoraggio in corso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Maggio 2020, 15:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA