Silvia Romano, il riscatto «un problema» per la Ue. A Di Maio non risulta. Stretta sulle Ong

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di Mario Ajello e Cristiana Mangani
ROMA Il riscatto pagato per Silvia Romano «potrebbe essere un problema per la Ue». Lo dice l'Alto Rappresentante europeo per gli Affari Esteri, lo spagnolo Josep Borrell. Che da Bruxelles si dice impressionato dalle parole del portavoce di al Shabaab, Ali Dehere, il quale sostiene che una parte di quei soldi ricevuti serviranno per comprare armi. «Sì, sicuramente questo è un problema - ha risposto Borrell ai giornalisti che gli chiedevano un parere - ma francamente non abbiamo ulteriori informazioni da darvi. Sono spiacente».

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Quello che ha detto è più che sufficiente, per segnalare un euro-imbarazzo rispetto alla conclusione della vicenda di Silvia e alla trattativa internazionale e d'intelligence che ha portato alla sua liberazione. Quanto al fronte interno, la questione del riscatto viene cavalcata fortemente dalla Lega: «Quei soldi pagati per Silvia andranno ad armare le mani assassine dei terroristi islamici». Questa la linea dettata da Matteo Salvini e la propaganda lumbard si è subito attivata. Addirittura con il contribuito di un moderato come Luca Zaia: «Forse vale la pena di fare un ragionamento sul fatto che ci sono luoghi del mondo dove è pericoloso andare. E allora, serve un'intesa chiara: chi si spinge oltre un certo confine si deve assumere le proprie responsabilità. Perché poi alla fine chi paga...». È sempre lo Stato.

LA REAZIONE
Ma di riscatto e pagamenti non vuole sentirne parlare il ministro Luigi Di Maio che, davanti alle contestazioni di Borrell, ha replicato: «A me non risultano riscatti per la liberazione di Silvia Romano. Altrimenti dovrei dirlo e denunciare». Il capo della Farnesina ha anche aggiunto, facendo seguito alle dichiarazioni del portavoce di al Shabaab che ne confermava il pagamento: «Perché la parola di un terrorista che viene intervistato vale più di quella dello Stato italiano?». Su un altro fronte, però, Di Maio ha deciso di intervenire, ed è quello che sembra chiedere anche il Pd, ma senza poterlo dire apertis verbis: la regolarizzazione delle ong e l'introduzione di criteri di sicurezza a cui devono attenersi per la salvaguardia dei propri operatori umanitari. Il ministro grillino sta lavorando per individuare degli standard interni nell'ambito della cooperazione e dello sviluppo. Qualcosa che caratterizzi, sia professionalmente che a livello di onlus, la capacità di assumere determinati ruoli, spesso molto a rischio.
 

La vicenda di Silvia, dicono al Nazareno, quartier generale del Pd, deve insegnarci ad essere più attenti. Miele per le orecchie di Giorgia Meloni. Che attacca il governo: «Pagare un riscatto è una sconfitta». E ancora: «Bisogna fare tutto il possibile per responsabilizzare le ong e le onlus. Perché mandare una ragazza sola in una zona dove imperversa il terrorismo islamico non è né una mossa intelligente né un gesto di solidarietà. È solo un gesto irresponsabile».
E di fronte alla Farnesina che vuole una maggiore regolamentazione, Meloni ma anche Salvini non sono affatto in modalità polemica. «È doveroso - spiega la presidente di Fratelli d'Italia - l'obbligo di assicurazione in modo che le organizzazioni umanitarie si assumano la responsabilità delle loro scelte improbabili e possano risarcirle».

L'INCHIESTA
Tutto questo mentre anche la procura di Roma potrebbe attivare nuove verifiche sui protocolli di sicurezza adottati per la permanenza della giovane cooperante nel villaggio in Kenya dove è stata rapita. Gli inquirenti hanno già fatto indagini, ascoltando i vertici della onlus Africa Milele per verificare le modalità del viaggio e della permanenza della volontaria a Chakama. E ora, dopo il racconto fatto da lei stessa ai magistrati e alcune dichiarazioni rese dalla responsabile della ong, verranno effettuati ulteriori accertamenti. Silvia Romano, infatti, era stata mandata in Kenya dopo un'esperienza come volontaria, un colloquio e un corso on line. Conosceva l'inglese e le diedero un incarico di responsabilità. «Era arrivata il 5 novembre ed è stata rapita il 20 - ha dichiarato Lilian Sora, fondatrice della onlus -: non avevamo fatto in tempo ad attivare l'assicurazione».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Maggio 2020, 07:45
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