Siccità, la mappa della "grande sete": ecco le regioni più a rischio. «Caso per il pesto genovese e gli agrumi al sud»

Da Nord a Sud l'Italia è sotto la morsa della grande sete, a rischio anche prodotti tipici come il basilico per il pesto genovese e gli agrumi al sud

Siccità, la mappa della "grande sete": ecco le regioni più a rischio

Laghi svuotati, campi arsi e l'acqua del mare che entra nei fiumi distruggendo interi ecosistemi. In Italia la siccità - la peggiore degli ultimi 70 anni - ha già provocato danni per due miliardi di euro. È il drammatico bilancio stilato dalla Coldiretti, che ha tracciato una mappa dell'emergenza: la "grande sete" stringe la morsa sul paese da Nord a Sud. La situazione più grave si registra nelle regioni del Nord, dalla Liguria, alla Lombardia fino all'Emilia Romagna. Al centro, in emergenza da "bollino arancione" ci sono Umbria e Lazio mentre Toscana, Marche, Puglia e Abruzzo risultano in crisi moderata. La situazione è migliore nelle regioni del sud dove in primavera ci sono state più precipitazioni che hanno "ricaricato" i serbatoi idrici: in verde troviamo Molise, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna ma anche in queste regioni siccità e caldo fuori dal normale hanno danneggiato il settore agricolo. 

Siccità, Curcio: «Stato di emergenza in un paio di settimane». Cosa succede? Si va verso il razionamento diurno dell'acqua?

Il punto sull'emergenza

La causa principale della crisi idrica è che i bacini sono al minimo è che nel 2022 la quantità di piogge è stata praticamente la metà rispetto agli altri anni, una situazione che, come spiega Coldiretti ha portato a cambiare anche le scelte di coltivazione con un calo stimato di diecimila ettari delle semine di riso. Le conseguenze della crisi sono già evidenti: la resa del grano è scesa del 15%, ma in difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. 

L'emergenza arriva in un momento in cui l'agricoltura è già all'estremo per l'ondata di calore che sta investendo il nostro paese da settimane e in cui l'Italia avrebbe bisogno di tutto il suo potenziale agricolo per fare fronte agli effetti sui prezzi della guerra in Ucraina. Impossibile, in questo contesto, ridurre la dipendenza dall’estero da dove arriva il 64% del grano tenero il 44% di quello duro (per la pasta), il 47% del mais per l’alimentazione delle stalle.  

Siccità, la mappa: in Liguria a rischio il basilico per il pesto 

LOMBARDIA: In Lombardia, la provincia di Bergamo è fra le più colpite con 25 comuni che rischiano il razionamento dell’acqua potabile, ma la situazione è critica su tutto il territorio. A Tradate (Varese) dalle sei a mezzanotte è vietato sprecare acqua per lavare la macchina o riempire le piscine. Per i trasgressori, multe fino a 500 euro. La Regione è pronta a chiedere lo stato d’emergenza per la siccità che – spiega Coldiretti – sta già compromettendo le coltivazioni. Le prime stime su orzo e frumento indicano cali delle rese fino al 30%. Proprio a causa della mancanza di risorsa idrica, c’è anche chi ha deciso di sospendere le semine dei secondi raccolti e preoccupa la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni dall’orzo al frumento, dai foraggi al mais.

PIEMONTE: Nel Piemonte orientale undici comuni si trovano in pieno allarme rosso con autobotti, chiusure notturne della distribuzione dell’acqua e ordinanze di non potabilità. Mentre sui campi dell’intera regione si prevede una riduzione del 30% delle foraggere che servono negli allevamenti per nutrire gli animali. Sui cereali c’è un calo di produzione del 30%, a causa della mancanza di acqua. Si riscontrano già danni e problemi sul nocciolo con perdita dei frutti mentre nei vigneti si vede il mancato germogliamento per molte piante con la produzione di acini sotto la media e molto radi. Per quanto riguarda il riso sono stati seminati circa 10 mila ettari in meno quindi 210 mila rispetto ai 220 mila dello scorso anno, molte aziende hanno optato per la semina in asciutta.

LIGURIA: la Coldiretti segnala danni al foraggio destinato a capre, pecore e mucche ma colpiti sono anche gli uliveti e il basilico per il classico pesto alla genovese. In provincia di Savona sono state emesse ordinanze invitando la popolazione a usare l’acqua solo per uso casalingo, senza innaffiare i giardini evitando tutti gli sprechi possibili, con la previsione di razionare l’acqua in determinati orari e riaprirla solo quando ce n’è bisogno, al mattino, a mezzogiorno e alla sera e poi lasciarla chiusa.

VENETO: il Comune di Montebelluna ha vietato su tutto il territorio comunale, fino a nuova disposizione, l’uso dell’acqua potabile per usi diversi da quello alimentare e igienico-sanitario. Nel Polesine e nella Bassa Padovana in difficoltà anche coltivazioni che tradizionalmente hanno poco bisogno di acqua come l’aglio e il grano. Allerta della Coldiretti per la risalita del cuneo salino (infiltrazioni di acqua salata) che potrebbe intaccare le falde acquifere e bruciare ortaggi come zucchine, pomodori e insalata di Lusia IGP, frutta in pieno campo tipo meloni e angurie.

TRENTINO: Allarme della Coldiretti per la scarsità di riserve idriche a causa delle alte temperature e delle scarse precipitazioni nevose invernali.

 

In Toscana acqua razionata in tutti i comuni 

TOSCANA: Sos siccità in Toscana dove l’assenza della pioggia aggrava una situazione di forte sofferenza idrica.

L’autorità idrica toscana invita tutti i comuni a disporre, da adesso fino al 30 settembre, la limitazione dei consumi di acqua ai soli scopi essenziali igienici e domestici. Per salvare le coltivazioni si sta ricorrendo all’irrigazione di soccorso attingendo dai pozzi o attraverso le botti, con impatto sui raccolti di girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche di olivi, ortaggi e della frutta che si stacca prematuramente dalle piante.

EMILIA ROMAGNA: 300 milioni di euro di danni per seminativi e ortofrutta. Fino ad ora è stato dato solo il 30% dell’acqua che serve ad albicocche, ciliegie, pesche e susine e appena il 12% agli alberi di pere e mele. Per il raccolto del grano 2022 la Coldiretti stima un calo delle rese medie ad ettaro di circa il 10%.

LAZIO: a causa della siccità si contano danni per oltre 250 milioni di euro secondo la Coldiretti. Costi che riguardano investimenti sostenuti per le semine, aggravio di spese per gasolio o corrente per irrigare, mancata produzione diretta di foraggio per gli allevamenti e mancato reddito per ortofrutta e cali produzione per vino e olio, che sono le più colpite. Mentre Roma e il Lazio stanno con il fiato sospeso per il calo dei livelli del lago di Bracciano riserva idrica della Capitale.

UMBRIA: In Umbria danni siccità stimati su cereali intorno al – 20% delle rese secondo la Coldiretti

ABRUZZO: il grano fa segnare un calo di almeno il 15% delle rese secondo la Coldiretti ma in difficoltà ci sono girasole, mais e altri cereali, i foraggi per l’alimentazione degli animali nonché ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere.

MOLISE: la siccità ha causato danni alle colture cerealicole sulla fascia costiera Adriatica, in provincia di Campobasso. La perdita è quantificabile dalla Coldiretti fra il 20 e il 30% mentre in provincia di Isernia le foraggere hanno subito una perdita di oltre il 40%.

In Calabria a rischio gli agrumi 

CAMPANIA: danni su grano duro con almeno il taglio del 20% delle rese nell’alto Casertano, nel Sannio e nell’Irpinia secondo la Coldiretti.

CALABRIA: la siccità ha fatto registrate una caduta di fiori e frutti negli uliveti, con una media regionale del danno che si attesta al 10% mentre la costa jonica a tratti raggiunge picchi di perdite che superano per la Coldiretti il 60%. Nella provincia di Crotone è allarme per gli ortaggi. Mentre in tutta la regione c’è apprensione per gli agrumi.

PUGLIA: in Puglia il conto pagato dall’agricoltura per la siccità supera i 70 milioni di euro l’anno, secondo la Coldiretti. Negli invasi artificiali mancano 80 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla capacità, secondo i dati dell’Osservatorio ANBI Nazionale. Con la trebbiatura in corso, si registra un calo del 30% delle rese per il grano e l’avena, del 25% per i legumi, ma si assiste anche alla maturazione contemporanea delle diverse varietà di frutta e ortaggi, come ciliegie e asparagi. Ma gli effetti sono evidenti anche sul settore olivicolo, con il caldo durante la fioritura e la siccità che hanno compromesso l’allegagione, con una stima di un calo sensibile della produzione di olive del 40% in Puglia secondo la Coldiretti. 

BASILICATA: le aree maggiormente colpite dalla siccità sono l’Alto Bradano, nel Potentino, e la collina interna del Materano. Quanto ai cereali, si sta producendo il 40 per cento di cereali in meno rispetto allo scorso anno ma la percentuale secondo la Coldiretti sale al 60 per cento per quanto riguarda i foraggi. Le alte temperature di queste settimane hanno provocato problemi sulla pezzatura dei frutti nel Metapontino e una perdita di produzione rispetto alla media di circa il 20%.

In Sardegna è allerta cavallette 

SARDEGNA: Il caldo torrido scatena la furia di milioni di cavallette che stanno devastando secondo la Coldiretti 30mila ettari di coltivazioni in Sardegna. A questi ritmi si rischia la distruzione di cinquantamila ettari entro poche settimane con le aziende costrette a non coltivare i campi proprio in un momento in cui l’Italia – sottolinea la Coldiretti – ha bisogno di potenziare al massimo la propria capacità produttiva per fare fronte agli effetti della guerra in Ucraina.

SICILIA: per la Piana di Catania non c’è pace a causa di un sistema irriguo fatiscente. Persino chi ha sistemi di irrigazione moderni non sa più come bagnare gli agrumi con un conseguente stress idrico a causa delle alte temperature.  Ma anche i fichidindia, i seminativi, gli ortaggi, sono a secco e gli agricoltori, laddove è possibile, devono provvedere alle irrigazioni di soccorso con costi aggiuntivi.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 15:23
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