Utero in affitto? Il vero nome è “gestazione per altri”

Utero in affitto? Il vero nome è “gestazione per altri”

di Barbara Gubellini

Dopo il gran polverone che si è alzato in questi giorni, per le dichiarazioni dell’imprenditrice Elisabetta Franchi, che si è vantata di assumere solo donne sopra i 40 per evitare di averle in stato interessante, ho pensato di parlare di chi i figli non riesce proprio ad averli, per fare chiarezza su pratiche e termini. E, soprattutto, perché c’è una novità, che riguarda la “Gestazione per altri”.

Si tratta di quei casi in cui una donna porta avanti una gravidanza per conto dei futuri genitori. Le viene impiantato un ovulo che può essere della futura madre o anche di una terza donatrice. L’ovulo non è mai della donna che porta avanti la gravidanza e quindi il bambino non avrà legami genetici con lei. Alcuni la chiamano “Maternità surrogata”, ma la pratica è la stessa. Anche l’espressione “Utero in affitto” rimanda alla medesima pratica, solo che chi la utilizza la definisce negativamente e con la parola affitto punta il dito sullo sfruttamento economico  del corpo della gestante che offre il proprio utero. E’ un’espressione che contiene in sé un giudizio, insomma. Eppure esistono paesi, come il Canada, dove la gestazione per altri non prevede compensi economici se non un piccolo rimborso spese ed è perciò una pratica totalmente altruistica.

In Italia, la Gestazione per altri è vietata dalla legge 40 del 2004: chi la viola rischia la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600.000 a un milione di euro.

La ratio della legge è la tutela della dignità della donna, evitare rischi di sfruttamento di chi è economicamente più debole, ma anche la tutela del minore.Ogni anno, però, tanti italiani però si recano all’estero, dove la pratica è legale, –negli Stati Uniti e, prima della guerra, anche in Ucraina – e la legge la scavalcano.

La novità è che la Commissione Giustizia della Camera ha adottato un provvedimento di legge che propone di perseguire la maternità surrogata come «reato universale». Se il provvedimento dovesse diventare definitivo quei genitori che vanno all’estero a procreare potrebbero essere processati.Elisabetta Franchi sarebbe contenta: un rischio in meno per le sue dipendenti “anta”.

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Giornalista, autrice e conduttrice tv. Da anni realizza reportage di approfondimento su ambiente, sostenibilità e temi sociali. L'argomento che più la appassiona è la parità di genere. E' mamma di due bambini.


Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Giugno 2022, 11:19
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