Lo schiaffo di Will Smith e le tre cose da ricordare

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di Barbara Gubellini

Potevo non parlare dello schiaffo agli Oscar, in questa rubrica? Mi riferisco, ovviamente, a Will Smith che sale sul palco e colpisce Chris Rock che aveva preso in giro sua moglie, Jada Pinkett, perché soffre di alopecia.  In questa storia, infatti, ci sono almeno tre dei nostri “argomenti topici”.

Primo: l’ironia di Rock sull’alopecia altro non è che il famigerato “body shaming”, ossia il colpire verbamente  qualcuno - spesso una donna - sul suo corpo. Sulla deprecabilità del body shaming penso siamo ormai tutti d’accordo. Ma lo schiaffo del “marito difensore”? Beh, quello invece ha diviso molto, in queste ore.

Alcune donne si sono sentite di difenderlo, perché apprezzano l’uomo che - seppur sopra le righe - “difende” l’amata. Le femministe dure e pure invece no, perché una donna “non ha bisogno di essere difesa”. Qui al secondo punto: il “sessismo benevolo”, cioè quel maschilismo travestito da attenzione verso la donna. Il volerla proteggere ne è l’esempio più classico, perché dietro a un gesto apparentemente protettivo si cela, a volte,  una visione della donna che ha bisogno di essere difesa dal maschio perché  da sola non ce la fa. 

In mezzo a queste visioni contrastanti, io voglio però aggiungere una provocazione: se l’alopecia – o problema simile - lo avesse avuto il marito di un’attrice candidata all’Oscar, sul palco una donna lo avesse preso in giro e la moglie fosse corsa a schiaffeggiarla per difendere il marito? Come si sarebbe sentito, secondo voi, quel marito? Protetto? Io penso di no. Io penso che si sarebbe, piuttosto, imbarazzato per la reazione della moglie. Sbaglio? E credo che la reazione della signora con l’alopecia dovrebbe essere la stessa: imbarazzo per il marito. Nient’altro.

Ormai lo sappiamo: se un uomo usa la violenza fisica per “difendere” una donna – e lei non è in pericolo di vita, s’intende -, ciò ha poco a che vedere con l’amore per quella donna, ha piuttosto a che vedere con quell’uomo con tutta la mascolinità che gli è sempre stata imposta.

E la mascolinità imposta – ecco il terzo punto - diventa “tossica”. Come su quel palco.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    ------------------------------------------

Giornalista, autrice e conduttrice tv. Da anni realizza reportage di approfondimento su ambiente, sostenibilità e temi sociali. L'argomento che più la appassiona è la parità di genere. E' mamma di due bambini.

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Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Giugno 2022, 11:21
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