Sesso, paraventi e meritocrazia

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di Barbara Gubellini

La New York Philarmonic Orchestra è una delle più antiche orchestre sinfoniche degli Stati Uniti e svolge un ruolo culturale di primo piano nel mondo. 

Per quasi tutto il secolo scorso, non ha avuto, al suo interno, musiciste donne, eccetto due casi temporanei. Poi, dagli anni ’70, tutto è cambiato e il numero delle orchestrali è cominciato a crescere. Nelle orchestre il numero dei membri è di circa 100 e chi entra in un’orchestra di solito vi resta per la vita. Il turnover, quindi, è molto basso. Eppure, tra gli anni ’70 e gli ‘80, le donne della filarmonica sono passate da zero a dieci. Il merito è delle cosiddette “audizioni cieche”.

C’era stata una causa legale, proprio all’inizio degli anni ’70, in seguito alla quale si decise di fare le audizioni “al buio”, ossia con i musicisti dietro a un paravento. Ci credete che, senza poter vedere chi fosse a suonare, per la prima volta la commissione scelse le donne? Grazie a quel paravento, negli anni ’80 le musiciste erano divenute il 50% dei nuovi ingressi nell’orchestra.

Purtroppo, la tecnica del paravento non può essere utilizzata in ogni ambito lavorativo, al momento della scelta dei candidati.

Ciò non toglie che noi possiamo fare tesoro di questa storia. Basterebbe, secondo me, ammettere ciò che il paravento ha dimostrato, ossia che i pregiudizi di genere ci sono eccome.

L’esempio più recente di pregiudizio cui abbiamo assistito è di qualche giorno fa. A Samantha Cristoforetti in partenza per la Stazione spaziale internazionale è stato chiesto a chi avrebbe lasciato i figli. Se a partire fosse stato un astronauta uomo nessuno glielo avrebbe domandato a chi lasciava i figli. Giusto?

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Giornalista, autrice e conduttrice tv. Da anni realizza reportage di approfondimento su ambiente, sostenibilità e temi sociali. L'argomento che più la appassiona è la parità di genere. E' mamma di due bambini.


Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Giugno 2022, 11:20
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