Il pelo nell'uovo

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di Barbara Gubellini

Ne ho vista più di una ultimamente -sui social per lo più-: donne giovani, con il braccio alzato e i peli sotto le ascelle. Non ero più abituata. Non siamo più abituati. I peli sul corpo delle donne li associamo istintivamente alle femministe degli anni ’70, che bruciavano i reggiseni e, appunto, buttavano i rasoi. Le generazioni successive, al contrario, si sono adeguate ai modelli estetici imposti, di donne “curate e lisce”. Ma oggi, le più giovani fanno dietrofront e impazzano in rete in “pose pelose” o con annunci ufficiali che “questa estate lasceranno le loro cosce al naturale”.

Lo chiamano nowax e ad alcune crea un dissidio di coscienza.

Una vera femminista si lascia crescere i peli?  Teoricamente sì. Di sicuro, infatti, non è giusto che un uomo impieghi tre minuti a prepararsi la mattina perché gli basta una doccia e noi dobbiamo sudare sette camice tra trucco, messa in piega, tinture e depilazioni.

Oggi poi c’è anche il tema ambientale: vi ricordate la campagna lanciata due anni fa dall’inglese Laura Jackson? Si chiamava Januhairy (Gennaio peloso), ossia smettere di depilarsi per il mese di Gennaio.

Il messaggio era “accettiamo il nostro corpo” e intanto “salviamo il pianeta dalla plastica dei rasoi”.

Tutto sano, tutto giusto. Ma resta il dubbio che si tratti di una provocazione e che somigli più ad una performance artistica che a un vero passo verso la libertà delle donne. Insomma, per restare in tema, un po’ come cercare “il pelo nell’uovo”!

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Inviata, autrice e conduttrice tv. Da anni realizza reportage di approfondimento su ambiente, cibo sostenibile e temi sociali. L'argomento che più la appassiona è la parità  di genere. E' mamma di due bambini.
 


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Giugno 2021, 10:47
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