Donne ucraine, maschi italiani

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di Barbara Gubellini

Dai primi giorni di questa guerra, per un meccanismo ormai automatico, la mia attenzione è stata tutta per le donne ucraine. Quelle che lavorano qui e hanno i figli sotto le bombe.  Quelle rimaste in Ucraina che vedono i loro uomini arruolarsi. Quelle che imbracciano i Kalashnikov perché si è detto: “volete la parità? Allora combattete!”.

Poi ho sentito la gaffe della settimana: i commenti dei due illustri colleghi che, di sottofondo a Enrico Letta che esprimeva solidarietà alla comunità ucraina in Italia, si riferivano alle ucraine come a “cameriere, badanti e amanti”.

E ho pensato ai pregiudizi sulle donne ucraine. Il primo: ucraina=badante=ingorante. In realtà, le ucraine in Italia in media sono addirittura laureate (dati dell’Associazione delle Donne Ucraine Lavoratrici), peccato che arrivino in un paese - il nostro - dove la metà delle donne un lavoro non ce l’ha e, dopo i 40 anni, neanche ha la speranza di trovarlo.

Quanto alle “amanti” ucraine, la rete offre un quadro grottesco: sono decine i siti che spiegano “come conquistare un’ucraina”, dipinta come una bionda mercanzia alla mercé del maschio italiano.

Secondo i dati, le ucraine che vengono in Italia hanno in media 45 anni.

Arrivano da sole, spesso separate o vedove. Nel loro paese le considerano già anziane. Da noi, invece, scoprono di essere ancora giovani e desiderabili. E magari si rimettono in gioco. C’è qualcosa di sbagliato?

O, forse, a sbagliare è quell’uomo che con le donne pensa di giocare a Risiko e consulta siti che titolano: “come conquistare un’ucraina in 6 mosse”?

Ma chi sei? Putin?

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Giornalista, autrice e conduttrice tv. Da anni realizza reportage di approfondimento su ambiente, sostenibilità e temi sociali. L'argomento che più la appassiona è la parità di genere. E' mamma di due bambini.

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Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Marzo 2022, 13:48
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